«Per me la fotografia è essenzialmente un incontro di anime, mentre a livello tecnico la camera resta per me in buona parte un oggetto sconosciuto e nel corso degli anni ho imparato solo le cose essenziali che mi servivano». «La tecnica, lo strumento, è sempre guidato da un’esigenza interiore. La fotografia prima di essere un documento è un’interpretazione, per arrivare a interpretare bisogna attraversare una serie di passaggi inconsci e consci, bisogna prepararsi, studiare, essere attenti».
Cos’è la passione per la vita, per le cose del mondo e non solo nostre, cos’è la passione politica e civile che adopera la fotografia per interpretare il visibile e l’invisibile, ce lo raccontano in questo libro Letizia Battaglia e Sabrina Pisu, che di Letizia scrive: «Più la conosco a fondo e più mi convinco che la sua storia deve essere raccontata. E così, quando per pochi minuti restiamo sole, glielo chiedo: “Lo vuoi scrivere un libro con me sulla tua vita e sugli anni terribili di Palermo?”. “Sì lo voglio fare” mi ha risposto senza esitare”, proprio nei giorni scorsi ho pensato che è urgente per me mettere a posto le cose del presente e anche del futuro, ma solo se non parliamo solo di fotografia e mafia, voglio parlare di bellezza, di vita, di donne, delle mie bambine, di amore, delle cose che amo fare». Così nasce un racconto di amori, famiglie, amicizie, paesaggi, che dalla storia della propria madre bambina si espande in un presente nutrito da desideri irrinunciabili e potenti: di sapere, di guardare, di aderire a se stessa.
«Negli anni Settanta, quando ho cominciato a lavorare come fotografa, volevo raccontare la mia città, Palermo, e le sue contraddizioni, in particolare il divario tra i ricchi e i poveri. Non lo sentivo né pensavo, e non lo penso neanche oggi, di essere un’artista, facevo la fotografa per mantenermi e fermare in immagini quello che mi suscitava rabbia, pietà, amore e bellezza. Non pensavo ancora alla mafia, anche perché non si era ancora rivelata nella sua crudeltà, prepotenza e forza corruttrice. Poi, tutto è precipitato, è iniziata la guerra civile, da un lato giudici, polizia e popolo onesto, dall’altro i mafiosi con le loro armi micidiali. Una guerra civile permessa, più che ignorata, dal governo italiano, che non fece sin dagli inizi quello che avrebbe dovuto per sradicare la mafia da Palermo, e dalla Sicilia, ma che, anzi, con la complicità di una parte delle istituzioni locali e nazionali ha favorito i mafiosi per averne voti in cambio».
Letizia Battaglia e Sabrina Pisu riescono nel memorabile intento di raccontare d’immagini e di politica libere dalla sclerosi dell’ideologia. Letizia Battaglia, la celebre e pluripremiata fotogiornalista italiana, grazie a Sabrina Pisu dispiega per la prima volta la sua vita di emozioni, sentimenti e ragioni, e di coraggiosa testimone della guerra di mafia e dei suoi osceni, e a tutt’oggi attualissimi, legami con alti esponenti dello Stato.
Il volume sarà presentato online oggi, 13 marzo, alle 19, dalla Libreria Teatro Tlon, in collaborazione con exibart. Con Letizia Battaglia e Sabrina Pisu, moderano Michele Lapini e Yasmin Riyahi. L’evento sarà trasmesso in diretta Facebook, dalla pagina di Libreria Teatro Tlon
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