Giunto alla decima edizione, il Premio Internazionale d’Arte Contemporanea Ermanno Casoli rappresenta oggi una tra le poche esperienze importanti e consolidate di promozione dell’arte contemporanea nelle Marche. Il Premio difatti è attivo con continuità sin dal 1998, quando nacque come omaggio alla memoria del fondatore dell’azienda Elica Ermanno Casoli, attento estimatore dell’arte contemporanea e personaggio che sulla creatività e la sperimentazione ha impostato la propria attività industriale e ispirato la sua vita. Proponendo annualmente una mostra su di un argomento specifico con il contributo di artisti internazionali e di una giuria di specialisti, il Premio ha l’obiettivo di favorire la riflessione su alcuni dei grandi temi che attraversano il mondo della cultura.
Il tema di quest’anno è l’aria e i finalisti scelti sono Marco Papa -che da tempo porta avanti una pratica installativa originale e densamente progettata sul luogo-, Silvia Levenson -che narra di temi urgenti e attuali come l’emigrazione e la fuga-, Jessica Carroll -che presenta per l’occasione uno dei suoi lavori plastici leggerissimi nell’invenzione e nella formalità-, Gianluca Melis -che produce della scultura tradizionale con materiali inediti- e Antonio Riello, che con le sue opere ripercorre e riattualizza l’esperienza Fluxus.
L’esposizione dei finalisti nella sede particolare dell’ Ex Monastero di Santa Lucia di Serra San Quirico, che costituisce l’originaria sede del Premio, rappresenta l’occasione per poter vedere le opere premiate e acquistate durante le precedenti edizioni. Quindi, in sostanza, per fare il punto e per riflettere circa la sua storia.
Il primo allestimento -suddiviso in cinque sezioni e titolato Aria e cieli nel paesaggio italiano del Novecento 1920-1950– ha l’obiettivo di presentare le testimonianze di rilievo dei movimenti principali della prima metà del secolo passato. Troviamo quindi il gruppo Novecento con Sironi, un bel lavoro di Carrà, e poi Tosi, Marussig, De Grada e Bernasconi. La Metafisica e realismo magico rappresentata dai lavori di Savinio, de Chirico, e dei meno conosciuti Usellini e Calderaia, e la Scuola Romana, il cui spirito viene incarnato in uno splendido, liquido, fauve Tramonto su Roma di Mafai. Poi l’Aeropittura di Andreoni e il Post-Novecento, rappresentato attraverso una melanconica, piccolissima tavola ad olio di Rosai e un bel De Pisis.
Il secondo allestimento invece, ispirato dall’obiettivo storiografico di completare l’indagine sul tema e sulle presenze artistiche del XX secolo, è stato titolato Le forme dell’aria e comprende opere di Bruno Munari -presente con due sculture d’aria esemplificative del suo ragionare attorno ai problemi del corpo e del volume-, Carol Rama -con una tela le cui forme astratte e i cui colori sono resi da elementi materici come le camere d’aria – e Sukenari, con due lavori plastici di grande impatto, attraverso i quali viene attivata la riflessione sui complessi concetti di materialità ed immaterialità. E ancora, Yves Klein, con un globo fatto del suo blu assoluto, Gianni Piacentino, presente con una scultura aerodinamica e Maurizio Mochetti con un aereo/razzo, invenzione concettosa piacevole ed intrigante.
In definitiva il Premio si riconferma, nel suo decennale, come un’occasione importante per riflettere attorno alla storia dell’arte del Ventesimo secolo e ai suoi maggiori protagonisti, tenendo comunque conto delle nuove proposte attorno alla valorizzazione delle quali è concepito.
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È l’Aria il tema del Premio Internazionale Ermanno Casoli, giunto al decennale
Redazione Exibart
visitata il 7 luglio 2007
[exibart]
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