Nessun motivo può arrestare la continua e affannosa lotta fra due uomini. Ciecamente, come se nulla intorno a loro esistesse, si contendono il possesso di un bastone dal tronco levigato, sagomato a due punte. Questa scena, nel nuovo lavoro di Sabrina Muzi (San Benedetto del Tronto, 1964), si ripete più volte di fronte agli occhi dell’artista, rimandando esplicitamente alla generale condizione umana in cui l’individuo è sempre agitato da un’insaziabile sete di possesso e potere.
In Zona sospesa, l’azione di conflitto viene ambientata in vari scenari naturali: dal bosco, al campo di papaveri, dalla cascata, al mare, nei quali non compaiono elementi che possano distrarre o arrestare l’instancabile lotta. L’unica opportunità è data dalla presenza stessa dell’artista e –precisamente- dalla sua decisione di smettere di guardare, di isolarsi, chiudere gli occhi e distendersi sul terreno. Solo in questo momento, quando il suo agitato respiro si placa, diventano protagonisti della scena i suoni della natura. Nel filmato, infatti, il sonoro enfatizza e sottolinea i momenti salienti dell’azione, dall’affannoso contendere al placido riposo.
In un loop di 11 minuti Zona sospesa sviluppa temi particolarmente sentiti dall’artista e già presenti in suoi precedenti lavori. Concetti come quelli di libertà, conflitto, disagio, tornano in questa occasione testimoniando la loro importanza nella poetica dell’artista marchigiana, che si pone sempre come protagonista delle sue opere. È la sua decisione di isolarsi, di non guardare più, di non partecipare all’inarrestabile conflitto, che offre una via d’uscita. Una scelta che sposta l’attenzione da una condizione umana universale, di continuo scontro, ad una dimensione individuale differente e alternativa.
Una dimensione che in Zona sospesa si riflette nei colori e nelle forme della natura, rigogliosa e a tratti sublime, della cui bellezza, nell’animoso confronto, gli uomini non si rendono minimamente conto. Torna alla memoria, come suggestione, il felliniano invito a fare un po’ più di silenzio. La Muzi, dunque, insiste sul concetto della libertà individuale, sollecitando le coscienze soggettive.
L’artista espone, inoltre, delle stampe fotografiche nelle quali il soggetto del filmato viene ridotto a simbolo: su fondo bianco si stagliano le nere sagome dei due uomini in lotta. L’eliminazione del contesto naturale esclude qualsiasi possibilità di tregua e assegna all’immagine un valore emblematico.
articoli correlati
Sabrina Muzi allo Spac della provincia di Pesaro Urbino
Sabrina Muzi a Modena
forum correlati
La Giovane Arte
cristina petrelli
mostra visitata il 6 giugno 2004
Fino al 24 febbraio l’installazione site specific dell’artista marocchina Meriem Bennani dà forma a una misteriosa sinfonia attivata da molteplici…
Parigi continua a fare della cultura un tassello cruciale di sviluppo: l’offerta delle grandi mostre, visitabili tra la fine del…
Una rassegna di alcuni lotti significativi dell’anno che sta per finire, tra maestri del Novecento e artisti emergenti in giro…
Un ponte tra Italia e Stati Uniti: c'è tempo fino al 30 gennaio 2025 per partecipare alla nuova open call…
Ci lascia uno dei riferimenti dell’astrazione in Campania, con il suo minimalismo, rigorosamente geometrico, potentemente aggettante nella spazialità e nell’oggettualità.…
Una mostra interattiva per scoprire il proprio potenziale e il valore della condivisione: la Casa di The Human Safety Net…
Visualizza commenti
sempre molto brava ,complimenti e un abbraccio
sono stata a cupra, è un luogo in cui vorrei tornare magari per assistere a questa tensione a due.