Una coesistenza difficile, apparentemente destinata a un equilibrio instabile. Un rischio risolto, invece, attraverso l’attenta gestione degli spazi, che si legano alle opere senza fondersi con esse. Esposti alle pareti, i lavori non entrano in relazione con gli ambienti del quotidiano. Lo sguardo resta catturato dall’intensità delle opere, dalla limpidezza di una poetica che procede senza esitazioni.
La mostra costituisce il terzo appuntamento stagionale di Sponge ArteContemporanea nello Sponge Living Space di Mezzanotte di Pergola e il primo, in contemporanea, allo spazio Arteinscacco di Vercelli. Un modo per raddoppiare l’esposizione, che consente d’indagare in maniera più approfondita e differenziata il lavoro proposto: la personale
Anima Prima di
Leeza Hooper (Roma, 1980; vive a Perugia).
Nell’uso di supporti e medium differenti, dalla carta alla tela, dalla stampa digitale al video, l’artista amplifica e conferma il proprio messaggio. U
na ricerca volta a indagare il mondo, le dinamiche dell’esistenza, attraverso gli elementi base: punto, linea, linguaggio. Un ritorno all’origine che causa una rarefazione dei mezzi espressivi: nessuno spazio è concesso all’interpretazione. Nella linea che manca per delimitare la forma, nel tradimento delle regole dell’assonometria, nella successione serrata e regolare delle linee che s’interrompe, restando incompiuta: in tutto ciò l’artista rivela l’impossibilità di affermare la perfezione, sfiorata ma mai raggiunta.
Gli strumenti utilizzati dall’uomo per comprendere il mondo e dominarlo si rivelano una vana e inutile copertura. Leeza Hooper vi individua la frattura insanabile, portando a emersione un insieme di totale fragilità. Un esito che trova il suo compimento nello svolgersi del percorso espositivo.
La stanza dalle pareti azzurre ospita lavori di piccolo formato, disposti su un’unica parete, e un video, trasmesso sullo schermo di un computer portatile, in cui si osserva il processo di lavoro dell’artista con Microsoft Paint. Nella sala seguente, di colore lilla, si trovano opere realizzate utilizzando unicamente quell’elementare programma di grafica. Lungo il corridoio, una serie di ritratti, i cui caratteri somatici lasciano intuire la notorietà dei personaggi; un’azione di riconoscibilità negata dall’artista, che copre i volti con colore nero.
La maggior spazialità dell’ambiente principale della casa, il soggiorno, si articola in un numero limitato di pezzi, nei quali si esplicita al meglio quel rapporto fra intuizione e ragione che è centrale nella poetica dell’artista. Una riflessione che passa attraverso gli
Studi d’iconologia di Erwin Panofsky e si ritrova espressa nel titolo, tratto dalla
Theologia Platonica di Marsilio Ficino.
Secondo il fondamentale testo dell’umanesimo, infatti, l’
Anima Prima comprende le facoltà della ragione e della mente, differenziandosi dall’
Anima Secunda o
Inferiore, legata al corpo e alle sue funzioni fisiologiche.