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11
dicembre 2009
fino al 13.XII.2009 Samuele Santi Ascoli Piceno, L’Idioma
marcheabruzzi
Prende forma nei quadri di Samuele Santi un’architettura chiusa e inospitale. Che non lascia filtrare all’esterno alcuna traccia di presenza umana. È la superficie del reale...
Sta già tutto nella suggestione
eloquente del titolo, La superficie del reale, il senso di questa mostra che indaga, attraverso l’opera di un
pittore marchigiano emergente, il tema del rapporto fra l’artificio geometrico
della forma e la naturale sostanza del colore. Una relazione conflittuale e
irrisolta, dove la libera stesura cromatica resta imprigionata fra i rigori che
ne delimitano gli spazi; una convivenza forzata in cui superficie e profondità,
pittura e architettura, bidimensionalità e tridimensionalità coesistono sulla
tela.
Nella rassegna è presentata tutta
la produzione più recente di Samuele Santi
(Fossombrone, Pesar-Urbino, 1970). La raccolta è costituita da nove acrilici su
tela e uno in vetrina, più dodici disegni in tecnica mista su carta, che caratterizzano
la linea unificante della sua caratteristica cifra artistica.
In ogni sua opera l’autore appare
interessato, diremmo quasi ossessionato, dall’incastro dei volumi e delle forme
geometriche che delineano salde composizioni architettoniche, ritratte tuttavia
in un clima di sospensione temporale, in un’atmosfera di silenzio assordante
che non contempla la presenza di alcuna forma vivente.
Samuele Santi lascia sulle tele
segni e colori di edifici che, benché si pongano in una configurazione strutturale
solida e articolata, trasmettono inquietudine e si lasciano contemplare con il
massimo dubbio possibile. Sono elementi costitutivi dell’arredo urbano, eppure
risultano profondamente estranei al tessuto connettivo. Costruzioni concepite e
realizzate dalla mano dell’uomo, eppure inadeguate a raccogliere il calore
umano.
La realtà si presenta, dunque,
come un complesso inanimato di forme artificiose e inospitali, avvertito come
lontano e ostile. Nemmeno le pennellate corpose e nette e le tonalità accese
dei colori riescono a rivitalizzarla. Le forme appaiono rigidamente chiuse a
ogni possibile interazione. Ogni varco è precluso e nulla consente all’artista
e al pubblico di immaginare lo scenario interno.
Con grande originalità, le tele
allineate lungo il percorso espositivo lasciano sfilare involucri chiusi e
impermeabili, non senza la ricerca di un’immediata corrispondenza con un nostro
senso di angoscia. In un crudo resoconto che inchioda il pubblico all’interno
del perimetro superficiale della realtà.
eloquente del titolo, La superficie del reale, il senso di questa mostra che indaga, attraverso l’opera di un
pittore marchigiano emergente, il tema del rapporto fra l’artificio geometrico
della forma e la naturale sostanza del colore. Una relazione conflittuale e
irrisolta, dove la libera stesura cromatica resta imprigionata fra i rigori che
ne delimitano gli spazi; una convivenza forzata in cui superficie e profondità,
pittura e architettura, bidimensionalità e tridimensionalità coesistono sulla
tela.
Nella rassegna è presentata tutta
la produzione più recente di Samuele Santi
(Fossombrone, Pesar-Urbino, 1970). La raccolta è costituita da nove acrilici su
tela e uno in vetrina, più dodici disegni in tecnica mista su carta, che caratterizzano
la linea unificante della sua caratteristica cifra artistica.
In ogni sua opera l’autore appare
interessato, diremmo quasi ossessionato, dall’incastro dei volumi e delle forme
geometriche che delineano salde composizioni architettoniche, ritratte tuttavia
in un clima di sospensione temporale, in un’atmosfera di silenzio assordante
che non contempla la presenza di alcuna forma vivente.
Samuele Santi lascia sulle tele
segni e colori di edifici che, benché si pongano in una configurazione strutturale
solida e articolata, trasmettono inquietudine e si lasciano contemplare con il
massimo dubbio possibile. Sono elementi costitutivi dell’arredo urbano, eppure
risultano profondamente estranei al tessuto connettivo. Costruzioni concepite e
realizzate dalla mano dell’uomo, eppure inadeguate a raccogliere il calore
umano.
La realtà si presenta, dunque,
come un complesso inanimato di forme artificiose e inospitali, avvertito come
lontano e ostile. Nemmeno le pennellate corpose e nette e le tonalità accese
dei colori riescono a rivitalizzarla. Le forme appaiono rigidamente chiuse a
ogni possibile interazione. Ogni varco è precluso e nulla consente all’artista
e al pubblico di immaginare lo scenario interno.
Con grande originalità, le tele
allineate lungo il percorso espositivo lasciano sfilare involucri chiusi e
impermeabili, non senza la ricerca di un’immediata corrispondenza con un nostro
senso di angoscia. In un crudo resoconto che inchioda il pubblico all’interno
del perimetro superficiale della realtà.
gian paolo grattarola
mostra visitata il 28 novembre
2009
dal
21 novembre al 13 dicembre 2009
Samuele Santi – La superficie del reale
a cura di Cristina Petrelli
L’Idioma Centro d’Arte
Via delle Torri, 23 – 63100
Ascoli Piceno
Orario: feriali 18-20; festivi
10,30-12,30
Info: tel. +39 0736254740
[exibart]