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fino al 15.VI.2003 The bridge – Giovanni Gaggia Frontone (pu), Castello
marcheabruzzi
Lo sconforto della mancanza, che si trasforma in paradosso è espresso in favola. Il dubbio atavico assume i connotati di un subconscio desiderio ancestrale di morte. Questa è la riflessione proposta da un giovane artista pergolese…
La personale dell’artista pergolese Giovanni Gaggia the Bridge curato dalla critica d’arte Roberta Ridolfi è il primo evento della programmazione culturale che la Pro Loco di Frontone ha rivolto all’arte contemporanea.
Fotografie e opere in tecnica mista sono accomunate da una ricerca antropologica originale; il corpo è usato dall’artista come appendice estetica del sentire, in senso emozionale e sensoriale, quasi a riprendere il filone della ricerca artaudiana e grotowskiana. La propensione scenica dell’artista affiora nella sua glassata istallazione ancora segnata dai gesti dell’inaugurale performance teatrale. Le immagini esposte, realizzate tramite tecniche miste capaci di far risaltare il ben nutrito repertorio stilistico dell’autore, che si dimostra certamente a suo agio con il linguaggio pop dei cartoons quanto con rigorose riproduzioni anatomiche, hanno origine da una scrupolosa ricerca sul significato della morte. Lo sconforto della mancanza si trasforma in paradosso ed è espresso in favola; il dubbio atavico assume i connotati di un subconscio desiderio ancestrale di morte.
Il conflitto, individuale ed esistenziale che accompagna la vita dell’uomo è rappresentato dalla contrapposizione di opposti, un esplicito riferimento al dualismo fra anima e corpo dove l’anima risulta negata, e lascia posto a un corpo sociale fatto di carne come quello fisico pronto per essere martoriato dalla violenza sovrumana della guerra.
The Bridge, il ponte, è metafora greve di un passaggio fin troppo scontato: quello tra la vita e la morte, tra futuro possibile e presente negato. L’attuale ricerca di Gaggia si sofferma sul concetto artaudiano di danser à l’enver, la liberazione del corpo dagli organi per raggiungere la libertà d’azione, cancellando i vincoli di struttura per attuare un mutamento e varcare i propri confini. Come lo definisce Antonin Artaud in Le théatre et la science: ”[…] L’atto di cui parlo mira alla trasformazione organica e fisica vera del corpo umano. Perché? Perché il teatro è questo crogiolo di fuoco e carne vera in cui anatomicamente, per calpestio di ossa, membra, colori e sillabe, si rifanno i corpi…”
La morte è vista come fase necessaria della conclusione della vita, un limite da superare, la scansione dei colori delle opere sono la trasposizione visiva delle parole recitate dalla voce femminile in sottofondo.
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www.contemporaryart.com
www.gaggiartgallery.it
francesco benedetti
mostra visitata il 29 maggio 2003
dal 19.IV al 15.VI
The bridge – Giovanni Gaggia
Frontone, Castello di Frontone
Inaugurazione 19 aprile ore 17.30
Sabato e Domenica 10-18
Lunedì-Venerdì solo su appuntamento
Igresso libero
Informazioni Telefono 3394918011
[exibart]