Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
07
gennaio 2010
fino al 16.I.2010 Beyond the Landscape Fermo (ap), Monja Ercoli
marcheabruzzi
La realtà e la sua rappresentazione: una variabile espressa nell’interpretazione del paesaggio. Un genere sempre vivo, che esprime la sua carica problematica. Pure nelle opere esposte fra le antiche sale d’un nobile palazzo...
Un susseguirsi di linee che definiscono infiniti piani,
guidando lo sguardo in profondità. La genesi delle forme sembra dispiegarsi
davanti allo spettatore mentre osserva. Il tratto istintivo, usato nel ciclo Sinapsi da Daniele Bordoni, riesce a unire l’elemento
naturale, con la sua disposizione apparentemente caotica, a quello propriamente
umano. Un insieme organico inscindibile, in cui la pianta (tronco, ramo,
radice) si fonde al corpo (organi, vene, terminazioni nervose).
L’elemento vegetale torna in Ombra di Alberto Mariani, per deviare rapidamente verso
altre direzioni. Il tronco si riduce a semplice silhouette, ritrovandosi inserito in uno di
quei volumi complessi, rigorosi e disarmanti che evocano gli spazi
architettonici tipici dell’artista. L’albero, in quanto tale, si dissolve; ne
resta l’ombra, proiettata su pareti spoglie. In tal modo, la forma naturale
diventa puro pretesto per indagare lo spazio costruito, saturato dall’uomo.
Due opere esposte vicine. Trovandosi da sole, sulla stessa
parete, rivelano un aspetto significativo sotteso alla mostra: consentono di
soffermarsi sul processo d’osservazione. Nel caso specifico, l’avvicinarsi per
scorgere ogni minimo particolare viene seguito dall’arretramento indispensabile
per cogliere l’opera nel suo complesso.
Viceversa, la parete successiva obbliga all’operazione
opposta. A un primo sguardo, i tre pezzi esposti sembrano perfettamente
comprensibili. Osservandoli a una certa distanza, li si riconduce a visioni
delle quali abbiamo esperienza.
L’inquadratura cinematografica e lo scatto
fotografico, e ancora la visione aerea e quella propria dell’automobile
appartengono al Paesaggio Urbano di Leonida De Filippi, così come a Sud Est di Jonathan Guaitamacchi e a Paesaggio di Mario Giacomelli. Un processo di comprensione solo
apparentemente immediato che richiede, per esser completato, di avvicinarsi
alla superficie, di perdersi nei singoli segni ed elementi.
La stagione espositiva della Monja Ercoli Arte Contemporanea
prosegue, dopo la personale di Alberto Mariani, con una collettiva in cui
vengono accostati dieci artisti appartenenti a generazioni diverse. Le ampie
sale al secondo piano di un antico palazzo nel centro storico conservano
l’elegante spazialità settecentesca, arricchita dalle pitture murali di
soggetto neoclassico sui soffitti. Un ambiente sobrio e raffinato, che ospita
la galleria dall’ottobre 2008, dove le opere esposte costringono la visione a
un continuo adattamento.
Un processo comune al Senza titolo di Enzo Cucchi, al Paesaggio di Giacomelli, alle opere di Tino
Stefanoni e Salvo, ai Paesaggi Anemici di Mario Schifano e alla Mirabilandia di Marco Neri, dove una serie di segni grafici
accostati sulla tela svelano l’inconfondibile scenario di un grande parco di
divertimenti.
Una tematica inoffensiva, come può essere quella del
paesaggio, rivela tutta la sua carica problematica. Inteso in un’accezione
ampissima, il paesaggio finisce per condurre a una riflessione sul come e sul
perché della visione. Sul modo di vedere ciò che è intorno a noi.
guidando lo sguardo in profondità. La genesi delle forme sembra dispiegarsi
davanti allo spettatore mentre osserva. Il tratto istintivo, usato nel ciclo Sinapsi da Daniele Bordoni, riesce a unire l’elemento
naturale, con la sua disposizione apparentemente caotica, a quello propriamente
umano. Un insieme organico inscindibile, in cui la pianta (tronco, ramo,
radice) si fonde al corpo (organi, vene, terminazioni nervose).
L’elemento vegetale torna in Ombra di Alberto Mariani, per deviare rapidamente verso
altre direzioni. Il tronco si riduce a semplice silhouette, ritrovandosi inserito in uno di
quei volumi complessi, rigorosi e disarmanti che evocano gli spazi
architettonici tipici dell’artista. L’albero, in quanto tale, si dissolve; ne
resta l’ombra, proiettata su pareti spoglie. In tal modo, la forma naturale
diventa puro pretesto per indagare lo spazio costruito, saturato dall’uomo.
Due opere esposte vicine. Trovandosi da sole, sulla stessa
parete, rivelano un aspetto significativo sotteso alla mostra: consentono di
soffermarsi sul processo d’osservazione. Nel caso specifico, l’avvicinarsi per
scorgere ogni minimo particolare viene seguito dall’arretramento indispensabile
per cogliere l’opera nel suo complesso.
Viceversa, la parete successiva obbliga all’operazione
opposta. A un primo sguardo, i tre pezzi esposti sembrano perfettamente
comprensibili. Osservandoli a una certa distanza, li si riconduce a visioni
delle quali abbiamo esperienza.
L’inquadratura cinematografica e lo scatto
fotografico, e ancora la visione aerea e quella propria dell’automobile
appartengono al Paesaggio Urbano di Leonida De Filippi, così come a Sud Est di Jonathan Guaitamacchi e a Paesaggio di Mario Giacomelli. Un processo di comprensione solo
apparentemente immediato che richiede, per esser completato, di avvicinarsi
alla superficie, di perdersi nei singoli segni ed elementi.
La stagione espositiva della Monja Ercoli Arte Contemporanea
prosegue, dopo la personale di Alberto Mariani, con una collettiva in cui
vengono accostati dieci artisti appartenenti a generazioni diverse. Le ampie
sale al secondo piano di un antico palazzo nel centro storico conservano
l’elegante spazialità settecentesca, arricchita dalle pitture murali di
soggetto neoclassico sui soffitti. Un ambiente sobrio e raffinato, che ospita
la galleria dall’ottobre 2008, dove le opere esposte costringono la visione a
un continuo adattamento.
Un processo comune al Senza titolo di Enzo Cucchi, al Paesaggio di Giacomelli, alle opere di Tino
Stefanoni e Salvo, ai Paesaggi Anemici di Mario Schifano e alla Mirabilandia di Marco Neri, dove una serie di segni grafici
accostati sulla tela svelano l’inconfondibile scenario di un grande parco di
divertimenti.
Una tematica inoffensiva, come può essere quella del
paesaggio, rivela tutta la sua carica problematica. Inteso in un’accezione
ampissima, il paesaggio finisce per condurre a una riflessione sul come e sul
perché della visione. Sul modo di vedere ciò che è intorno a noi.
articoli correlati
Bordoni a Perugia
De Filippi a Manifesta 7
Guaitamacchi a Genova
cristina
petrelli
mostra visitata il 9 dicembre 2009
dal 6 dicembre 2009 al 16 gennaio 2010
Beyond
the Landscape
a cura di Monja Ercoli e Andrea Giusti
Monja Ercoli Arte Contemporanea
Largo Fogliari, 2 – 63023 Fermo (AP)
Orari: da lunedì a sabato ore 9.30-12 e 16-19; festivi
su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39
0734611053; info@monjaercoli.com; www.monjaercoli.com
[exibart]