Categorie: marcheabruzzi

Fino al 17.III.2002 | Adolfo De Carolis – Con gli occhi del mito | Ascoli Piceno, Pinacoteca Civica

di - 25 Febbraio 2002

Con queste parole Adolfo De Carolis descrive l’importanza della xilografia in un suo breve trattato del 1924, “La xilografia” appunto: non un’arte minore, ma un procedimento che nelle intenzioni dell’autore mantiene una propria dignità artistica in ogni sua fase, che l’autore deve seguire personalmente, dal disegno alla stampa, al fine di mantenere le finalità che vi proietta nell’idea iniziale.
La mostra di Ascoli Piceno offre un campione interessante dei risultati ottenuti dall’artista marchigiano in questo campo.
Tra esse alcune offrono una galleria di personaggi familiari comprendente, oltre al ritratto della sua onnipresente musa ispiratrice, la moglie Lina, i ritratti delle quattro figlie. Al 1908 risalgono invece alcune xilografie in cui De Carolis immortala momenti del lavoro della sua terra. La foce, Il varo, Il timone, Lido Piceno: una galleria in cui la fatica delle donne e degli uomini impegnati in mestieri legati al mare si elevano quasi ad una rappresentazione mitica del lavoro priva di motivazioni sociali, eppure fondante la vita della terra in cui nacque e che costantemente amò.
Altrove invece la rappresentazione di argomenti mitologici è pura; tuttavia appare difficile trovare una linea unitaria nell’intenzione rappresentativa: alla sostanziale rigidezza di L’ulivo (o Minerva) del ’17 o de L’Olimpo del ’26, in cui il tratto sembra volutamente evocare la pittura vascolare greca, si affianca il vigore drammatico de L’urlo di Achille dove le navi incombono su un campo di battaglia saturo di corpi e cavalli aggrovigliati; infine assistiamo alle morbidezze de L’aurora (’14) e di Ila (le Naiadi) del 1916, esemplari pregiatissimi poiché stampati su carta velina la cui delicatezza esalta l’intento coloristico e, soprattutto nel secondo caso, rende in maniera unica l’impalpabilità dei corpi immersi nell’acqua.
Il mito è ripercorso da De Carolis anche in un ciclo decorativo che l’artista donò ad Ascoli Piceno come riconoscimento del sostegno avuto in gioventù per i suoi studi. Si tratta dell’Allegoria del Piceno, completata nel 1908 per quello che allora era il Salone delle feste del Palazzo della Provincia. In mostra è possibile vedere i bozzetti preparatori del ciclo che esalta la terra d’origine dell’artista: accanto a figure mitologiche come Dioniso (cui è dedicata la parete ovest) e la picena dea Cupra, si muovono sinuose allegorizzazioni di città (Fermo e Ascoli), fiumi (il Tronto) e masse in corteo legate ai lavori,agricoli o marittimi, caratterizzanti il Piceno. Non privo di una forte carica retorica, il ciclo sembra però alleggerire il suo contenuto entro gli stilemi della ricca decorazione floreale che troneggia nel soffitto.
Collegata alla mostra resta visitabile la Sala De Carolis a Montefiore dell’Aso, mentre altri lavori dell’artista sono esposti presso la Pinacoteca di Ripatransone.

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M.B.
mostra visitata il 06.I.2001


Dal 15.XII.2001 al 17.III.2002
Adolfo De Carolis. Con gli occhi del mito, Pinacoteca Civica, P.za Arringo, Ascoli Piceno
Orario: tutti i giorni 9-13/15-19
0736298213
Pinacoteca Civica, C.so Vittorio Emanuele, 32 Ripatransone (AP)
Tutti giorni ore 15.30-19.00
0736.99329
Sala De Carolis, Montefiore dell’Aso (AP)
0734.938103
Catalogo a cura di Adele Anna Amadio e Stefano Papetti


[exibart]

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