Come ABO ha dichiarato non è possibile essere invisibili nella societĂ dellâimmagine e lui invisibile non lo è di certo visto che questa mostra è la prima al mondo, poichĂŠ nessun critico è mai stato oggetto di una mostra. Lâopera critica di Achille Bonito Oliva prende forma, attraverso le opere oggetto della sua analisi, divenendo un corpo espositivo articolato nelle tre fasi che hanno caratterizzato il suo lavoro, che hanno contraddistinto il suo modello di critica creativa: scrittura saggistica; scrittura espositiva; critica come comportamento (partecipazione sui media); contribuendo alla creazione del suo particolarissimo quanto accattivante linguaggio.
Le sedi espositive sono due: nella prima a Palazzo piacentini (che, in seguito al restauro, è da poco diventato il Centro per le arti visive del comune di S. Benedetto) sono esposte le opere degli artisti su cui ha formato appunto il suo linguaggio, il suo metodo di critica contemporanea. Si tratta di unâoccasione unica che vede riunite, nella splendida cornice di un palazzo settecentesco, le opere di artisti che hanno cambiato il corso ed il gusto dellâarte del â900. Si va dalla metafisica di De Chirico allâastrattismo di Balla, dal concettualismo di Beyus e Kounellis alle esperienze della Factory newyorkese di Wahrol e Basquiat, a Keit Haring. E ancora dalle opere concettuali di Lim e Paik e dalle esperienze transavanguardistiche di Enzo Cucchi alle recentissime percormance di Vanessa Beecroft passando per Kostabi, Yoko Ono, Schifano, Woodman e altri.
Dallâ Analisi per immagini del repertorio critico di ABO si passa al suo vero e proprio protagonismo, dai suoi âpensieri sullâarteâ alla persona. Nella Palazzina Azzurra si trovano infatti le testimonianze che alcuni grandi artisti hanno dato dellâintellettuale, attraverso il ritratto fotografico, scultoreo e pittorico. La visione espositiva del curatore Angelo Capasso, ci pone di fronte insomma ad una vera e propria biografia per immagini di Achille Bonito Oliva attraverso i contributi, tra gli altri, di: Boetti, Chia, Sanders, Schifano, Kostabi.
A questa sezione si legano anche testimonianze del critico in âattoâ, attraverso i documenti degli archivi di Rai e Mediaset. Nella Palazzina Azzurra il critico stringe ancora di piĂš il suo rapporto con lâarte, Diventando egli stesso âoperaâ, come nelle foto performative e nella straordinaria cartella del âcritico Battuto allâastaâ del 1971.
In occasione della mostra verrĂ inaugurato anche il sito internet www.achillebonitoliva.com dedicato allâattivitĂ del critico.
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Molto importante questa mostra del "corpo espositivo" di A.B.O. Forse un piu' approfondito dibattito nel forum di exibart a riguardo chiarirebbe alcune domande che mi sono posta a me stessa.
Per es. la figura del critico mobile e nomade che non si identifica con una sola opera e artista come dice A.B.O.
Inoltre: l'artista visto come creatore
e il critico come creativo + valore aggiunto.
Ho qui' collegato il video dalla kataweb dove A.B.O. per l'appunto definisce tutte queste cose in una sua intervista...