02 aprile 2008

fino al 19.IV.2008 Damir Niksic Pescara, White Project

 
Fellatio in technicolor, mercificazione e ostentazione del corpo e spargimento di sangue. Chi si prende gioco di Amore, guerra e tradizione, lo fa per veicolare un messaggio privo di stucchevole estetismo retorico. Lungi da sentenze e giudizi universali...

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I colori e le scene di Damir Niksic sanno quasi di immagini trompe l’œil, perfette per le pareti di un boudoir d’inizio secolo. Ma quando lo sguardo si fa più attento, si scopre un universo denso di significanti simbolici e riferimenti all’esistenza contingente, politica e culturale, profondamente radicati nella tradizione e veicolati attraverso la multimedialità come in un divertente esercizio stilistico denso di pathos. Al centro, un disincantato ritratto delle debolezze umane intriso di un’ironia senza condanna. Quasi una sorta di umorismo pirandelliano.
L’artista bosniaco ha già collaborato con la galleria pescarese nel 2005, epoca in cui venne a conoscenza di una storiella popolare che narrava del rapimento di una fanciulla di Francavilla al Mare nel 1600 a opera dei mercenari bosniaci al soldo del temibile Saladino. È interessante la forma stilistica con cui l’artista delinea i tratti della protagonista della vicenda, dal viso delicato e il corpo commosso su forme alla Tamara de Lempicka e plasticità di picassiana memoria, a testimoniare numerose contaminazioni artistico-culturali. L’atto del rapimento è rappresentato con brutalità affettata, come nelle illustrazioni dei poemi epici cavallereschi. Il risultato è di forte impatto scenico, giocato sui colori accesi, gli accostamenti volutamente ridondanti, l’esasperazione delle linee e delle forme, il tratto pesante sulla drammaticità degli eventi che si trasformano in succulenti sguardi sulla realtà attuale, sugli eventi mediatici e politici.
Damir Niksic - veduta dell'allestimento presso White Project, Pescara 2008
Nel primo tableau possiamo riconoscere lo stesso artista nei panni di un noto candidato alla Casa Bianca che ordina rapimenti e saccheggi sotto il fregio di un’argutissima rivisitazione della bandiera americana. Come in gran parte delle opere di Niksic, è l’ironia a giocare il ruolo di protagonista, amara e dolce consolazione dalle debolezze dell’animo umano e dalle difficoltà d’integrazione fra cultura orientale e occidentale, punto di snodo di una poetica profondamente proiettata al di là dell’immagine e della forma, in un affascinante territorio dell’irrealtà, in cui la preda conquista il condottiero e nello stesso tempo si sottomette a esso.
La cultura popolare nutre abbondantemente questa personale, ma viene completamente forgiata sulle linee della sperimentazione, attinge dai grandi maestri, dagli stereotipi del cinema dei kolossal anni ’50 di un surreale Tyrone Power e dalla delicata oscenità di produzioni hard core bosniache. Una imperdibile occasione di tragi-comicità riflessiva, piacevole intersezione di cultura alta e folclore, che trasmette l’impressione di essere intimamente partecipata anche se lontana dalle precedenti opere dell’artista per l’utilizzo del medium pittorico.
Damir Niksic - Senza titolo - 2008 - cm 60x40 - veduta dell'allestimento presso White Project, Pescara
Opere realizzate direttamente in loco e allestimento di piacevole fattura evocano un particolare tipo di fucina dell’arte, che qualcuno potrebbe azzardarsi ad accostare a una certa Factory.

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Damir Niksic da White Project nel 2005

carmelita tesone
mostra visitata il 21 marzo 2008


dal 15 marzo al 19 aprile 2008
Damir Niksic – La bella rapita
White Project Arte Contemporanea
Piazza Garibaldi, 7 – 65127 Pescara
Orario: da martedì a venerdi ore 10-13 e 16–20; sabato ore 16–20
Ingresso libero
Info: tel. +39 0859151744; info@whiteproject.net; www.whiteproject.net

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