Sembra provenire direttamente dalle antiche carte geografiche, affiorare dalle acque, il tentacolare mostro marino che, dalle pareti della galleria, estende le proprie appendici sia verso lo spazio espositivo che l’ambiente esterno. Propaggini che, come fossero tramiti capaci di unire realtà differenti, mondi distanti anni luce, avviluppano idealmente i passanti trasportandoli all’interno, conducendoli nel centro del vortice creativo. Incontri Ravvicinati che, a livello simbolico, non potrebbero avvenire in modo più suggestivo, trattandosi di una collettiva di artisti sardi. Dipinto da Josephine Sassu, l’amichevole mostro vigila e assiste dopo aver trasportato un po’ di ricerca artistica sarda in terra marchigiana. Prosegue così, dopo Mind Games organizzata da Karin Andersen nella passata stagione, la serie di mostre curate da artisti che hanno precedentemente esposto nella galleria. Nessuna azione o fatto eclatante, lo sguardo è fermo sempre nello stesso punto, impostato sulla stessa inquadratura. Un video, quello di Aldo Tilocca, che trasforma lo spettatore in un involontario voyeur, dilatando il tempo e facendo contemplare, come fossero premonitrici di un accadimento, azioni semplici, di routine, all’interno di una toilette per uomini. Uno sguardo trasversale sul reale che rende osservatori attenti anche quando il soggetto non avrebbe di per se nulla di notevole o eclatante. Come nelle piccole fotografie di Giulia Sale, dove il soggetto è ripreso da dietro un vetro, offrendoci nulla più che una visione filtrata.
Riflette sulla capacità affabulatoria dei media Leonardo Boscani, che espone due pannelli in latta che riprendono l’impostazione delle locandine pubblicitarie.
Immagini sintetiche completate da slogan efficaci che fanno credere possibile qualunque cosa. E dai mezzi di comunicazione attinge a piene mani anche Pastorello, trasferendo nelle sue opere un’efficace sintesi che spazia dall’arte dei grandi maestri del passato fino ai fumetti e ai cartoni animati di oggi, costruendo un linguaggio personalissimo fondato non sull’osservazione diretta della realtà, ma sulla sua rappresentazione. Ed è all’interno di un mondo intimo e poetico che vivono le opere di Pinella Marras. Figure immateriali, cariche di dolcezza e grazia, che instaurano relazioni simboliche con gli elementi interni al quadro, regalando a chi guarda spunti lirici che si concentrano sugli affetti più cari.
Da quanto detto emerge come in alcun modo questi artisti possano essere definiti regionali, unicamente legati a caratteristiche proprie della loro terra. Sono cinque artisti molto diversi fra loro, che si avvalgono di modalità espressive molto varie. A loro si aggiunge Manuel Attanasio giovane performer vocale che ha presentato all’inaugurazione il lavoro edito nel suo primo cd accompagnando la visione delle opere con suoni melodiosi ed evocativi.
Con Noi vi conosciamo bene, inoltre, giunge al quarto appuntamento anche Nudi come pidocchi, la stagione espositiva della Louse Gallery, che offre un buffet di prodotti tipici sardi e presenta un video nel quale una maestra interroga due alunni sulle caratteristiche della Sardegna. E parlando dell’Isola non potevano mancare le pecore, anche se in cartone pressato. Ci pensa il Sure Creative Lab portandone sette (come il numero dei suoi membri) originalissime, fra le quali spicca anche il proverbiale esemplare nero…
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come???? un'artista che fa anche da critico e curatore nella stessa mostra???? vergogna!!!
la Sassu è tutto grande critico ! grande artista ! madre teresa dei sassaresi tristi depressi è anziani!
depressione ? che cosa è ...felice e sempre produttivo....mica faccio il mestiere di "artista" .....
e mi presento sempre col mio nome....e tu cosa fai e chi sei , un personaggio degli anni 60? spera di invecchiare come me e informati ciao leonardo