In occasione dell’esposizione della collezione Hercolani a Bologna, l’omonima sala dei Musei Civici di Pesaro è stata allestita per ospitare alcuni tra i più significativi, e per ora studiati, pezzi della donazione Galluppi. Enrico Galluppi (Roma, 1915-1998) è stata una delle figure intellettuali più riconosciute nel panorama artistico italiano del secolo scorso: poeta, critico d’arte ed elzevirista attivo sulle maggiori riviste italiane del Novecento.
Il carattere multiforme della sua collezione ha permesso che i lasciti fossero divisi tra i musei di Faenza, Penne,
La mostra è suddivisa in tre piccole sezioni: Galluppi e l’Ottocento, i ritratti di Galluppi, Galluppi e la Scuola Romana. Nella prima sala sono esposti ventuno dipinti ottocenteschi di piccolo taglio, omologati da una cornice di color grigio satinato che ne risalta i colori, grazie anche ad una giusta illuminazione. Tra questi spiccano alcune interessanti opere di Francesco Paolo Michetti, Francesco Podesti, Giovanni Segantini, che hanno permesso agli storici
Con la donazione, avvenuta nel 2001, si è dato il via ad un progetto di studi e ricerche atto non solo all’individuazione di valide attribuzioni per opere ancora oggi sconosciute alla critica, ma anche a restituire il profilo di un personaggio singolare nella sua veste di collezionista, quale fu Enrico Galluppi. Egli infatti acquistava opere perseguendo un preciso itinerario storico-critico, che rispecchiasse i suoi studi, o meglio le sue investigazioni nel campo della storia dell’arte, per questo numerosi sono i bozzetti, i disegni, ossia gli strumenti che meglio potevano chiarirgli il percorso creativo di un artista. Del resto Galluppi andava ricercando proprio lo stato sentimentale, evocativo dell’opera d’arte, più che la sua comprensione in ambito culturale ed ornamentale. In particolare Galluppi con i suoi scritti, le sue poesie diventerà una delle fonti più attendibili per interpretare la poetica della Scuola Romana tra le due guerre, ossia le nuove vie della sensibilità, dell’emotività, della creatività.
La mostra, nella sua concentrata esposizione, vuole essere una presentazione del leitmotiv che sottende alle scelte collezionistiche del Galluppi ed una introduzione alle ricerche sul nuovo prestigioso fondo museale.
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