La stagione espositiva della Galleria Franco Marconi si apre con un nuovo progetto con scadenza maggio 2007. Nudi come vermi, questo il titolo, si svilupperà nel corso di questi mesi con la finalità di raccogliere le diverse sollecitazioni del panorama dell’arte contemporanea. Un progetto trasversale che mira a mettere in contatto giovani artisti con altri già affermati e con il territorio, in una prospettiva nazionale ed internazionale. Queste le premesse: “Gli artisti si mostrano nudi nel loro percorso di ricerca, perché soltanto così possono risultare veri e riuscire a descrivere la propria inquietudine verso il mondo moderno, il disagio e il contatto continuo con le realtà più diverse”.
E ci sono proprio le inquietudini del mondo moderno alla base del lavoro di Pastorello, che con École du regard segna una nuova e fondamentale tappa nel suo percorso di ricerca. Nell’ultima serie di ritratti, i bambini a cui ci aveva abituati mutano nelle forme, conservando le caratteristiche che, nel pensiero dell’artista, hanno segnato una generazione. L’atteggiamento reticente -come lo definisce il curatore Alberto Zanchetta-, che sembra rendere questi adolescenti capaci di tutto, diventa rassicurante quando le mani escono dal nascondiglio. Lo sguardo del
La pittura di Pastorello è il risultato di pazienti velature sovrapposte, di pennellate piccole e misurate. L’artista s’ispira alla grande tradizione della pittura italiana rileggendo, in chiave assolutamente contemporanea, la lezione dei maestri: “La storia è uno strumento, la pittura è uno strumento come l’artista. Di Simone Martini, Giotto, Masaccio, Paolo Uccello, mi sono sempre piaciuti la staticità, l’atmosfera metafisica, di alcuni l’essenzialità”, dichiara.
I fondi monocromi sui cui campeggiavano le Madonne tardo-gotiche e del primo Rinascimento diventano così una dimensione irreale e metafisica in cui mettere in scena i vizi e le virtù della nuova generazione.
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che brutto pastorello che brutto!!