Avvenne circa dieci anni fa il primo incontro tra due artisti conterranei, entrambi marchigiani, pergolesi di nascita, cronologicamente distanti quasi due generazioni: Walter Valentini e Giovanni Gaggia. Nel 2008 due cammini si intersecarono per la prima volta in occasione della mostra personale di Gaggia, “Aforismi Simpatetici”, presso alcune sedi del Comune di Pergola già vissute dalle opere del maestro: il Museo dei Bronzi Dorati, la Sala dell’Abbondanza del Teatro Angel dal Foco e il Foyer del teatro stesso. Oggi, in un’unica sede, la Galleria Bramante di Fermignano (PU), quattro mani, due vite e due ricerche artistiche si incrociano per dar vita ad un’esposizione armoniosa e ricca di corrispondenze, il cui punto focale è l’acquaforte Unitis Signis presente alla mostra “Del filo e del segno”, concretizzazione dei numerosi incontri e scambi tra i due. La scelta della realizzazione di un’incisione a quattro mani, nata dal desiderio di riportare l’attenzione su questa tecnica e promuovere la rinascita del Premio Internazionale “Fabio Bertoni”, incisore fermignanese formatosi alla prestigiosa Scuola del Libro di Urbino, così come Walter Valentini e Giovanni Gaggia, ci riporta ad un atteggiamento comune nei confronti del tempo e della ritualità. L’incisione è un rito che necessita di tempo, lento e cadenzato, bisognoso del rispetto che merita per emergere al meglio. La dimensione grafica, il segno, è fondamentale nel lavoro di Valentini, così come il filo, il rito del ricamo, è esigenza ritmata e paziente nell’opera di Gaggia. Unitis Signis si compone di due riquadri affiancati che ricordano le pagine aperte di un libro: la lastra di sinistra, lavorata da Walter Valentini, ad eccezione dei tre fori su cui è intervenuto successivamente Gaggia, presenta il motivo caro all’artista delle galassie che circuitano attorno ai pianeti, con l’uso dell’oro che rimarca la presenza di una luce vitale.
La sezione a destra, interamente realizzata da Gaggia, mostra invece la sagoma di un cuore ricucito con la punta rivolta verso il basso che imprime sulla carta le sue suture; il ricamo diviene segno. Linea e filo creatori di segni e legati al tempo, parola spesso presente in molti dei titoli delle opere di Valentini, riconosciuto come uno dei maestri internazionali nell’arte grafica contemporanea. Nel ciclo La stanza del tempo (1983), ad esempio, traccia un fitto intreccio di segni, come a scandire sul muro lo scorrere di un momento, regolati da una proporzione ritmica da cui emergono triangoli, rettangoli e semicerchi iscritti all’interno di una sezione aurea. Mirabile la geometria e la regolarità dei tracciati marcati dall’andamento del filo di piombo o di cotone fissato alle estremità con dei chiodi che contraddistingue la pratica che portò Valentini a trasmigrare dal quadro all’installazione e viceversa. Collegando il tempo alla memoria, in mostra il progetto Inventarium di Giovanni Gaggia che conduce il pensiero all’avvenimento di Ustica presentando i disegni su carta cotone Fabriano della serie Sanguinis Suavitas: tazzine, cucchiai ed altri oggetti di vita quotidiana ritrovati in mare e segnati da una traccia ematica simbolo di sofferenza ma anche di forza. L’esercizio del ricamo, attività femminile per eccellenza, lenta e certosina, si rivela al pubblico attraverso alcuni lavori, risultati di azioni performative di Gaggia, quali Ali Squamose, Miratus Sum e Cruoris Factum. Un insieme di corrispondenze quindi fra segni, tempo e ritualità accompagnano un percorso visivo e silenzioso che invita a riflessioni su gesti che portano alla realizzazione innalzando la materia.
Milena Becci
mostra visitata il 12 giugno
Dal 21 maggio al 25 giugno 2017
Del filo e del segno: Walter Valentini e Giovanni Gaggia
Galleria Bramante,
Via Martiri della Libertà, 25, Fermignano
Orari: dal mercoledì al venerdì 16:30-19:00 sabato e domenica 10:30-12:30/16:30-19:00
Info: www.comune.fermignano.pu.it