La dislocazione, l’indipendenza, lo spostamento di luogo e senso, il dilatarsi delle possibilità, della percezione. L’arte contemporanea emergente sembra trovare dimora insolita in case-galleria, prossimità alle cose quotidiane e alla vita. Contaminandola e appartenendole. Se ne appropria, inventando una nuova presenza. Sa frequentare spazi domestici senza addomesticarsi. Fermenta. I percorsi sono diffusi, plurali, esplorati. Senza limiti espressivi: fotografia, pittura, installazioni si collocano naturalmente negli spazi delle due abitazioni a San Lorenzo in Campo e a Mezzanotte di Pergola, nell’entroterra pesarese.
Le performance possono compiersi nel
living space , come avviene la vita.
Rita Vitali Rosati si veste da regina, si siede a un desco finemente imbandito e si lascia servire. Prima compostamente, poi con angoscia si caccia in bocca brani di cose che cerca di masticare. Con sofferente fatica. Il rifiuto e la negazione sono netti. L’artista mastica e sputa, rompe i piatti. Eppure i cibi le vengono imposti di nuovo e perentoriamente. La performance è ispirata alla canzone di Fabrizio de Andrè,
Ho visto Nina volare.
Max Bottino, che elabora una riflessione in collaborazione con
Giovanni Gaggia, celebra un rito misterico di devozione al cuore. Un’eutanasia che passa attraverso lo squarcio di una lama, la ferita, il contrasto del rumore della musica frastornante di fondo, la lentezza dei gesti del silenzio, dell’ascolto. Esplora attraverso il contatto, le incertezze, il corpo, le consistenze. Il cuore viene poi sepolto nel ventre della terra, scavando con fatica, con le mani, in un silenzio sospeso. I ritorni avvengono, con la dignità e un requiem lontano, come la canzone di Luigi Tenco.
Nella collezione in mostra, tutte le inquietudini, i disordini, le trasversalità e i simboli della contemporaneità.
Desiderio e
Gabriele Silvi raccontano storie di combattenti esaltati e mascherati e di un’americanità prepotente. Le inquietudini intime violentemente imposte, il viaggio dentro un’interiorità e dentro la complessità, sono la suggestione espressiva di
Nobuyoshi Araki,
Tiziana Contino,
Arnis Balcus,
Leeza Hooper,
Domenico Buzzetti e
Alnis Stakle.
L’espressività immediata e plurilinguistica, ironica, caustica e dissacrante di
Allegra Corbo,
Francesco Diotallevi,
Alessandro Grimaldi,
Silvia Idili,
Maicol e Mirco,
Santa Oborenko,
Elena Rapa e
Michael Rotondi saccheggia immaginari contemporanei da cartoon bidimensionale, infantile e plastificato, come dalla televisione, ma anche dal macabro e dal devozionale. Per svegliare da certe anestesie della mente.
La molteplicità schizofrenica che abita l’uomo, i segreti e le piccole cattiverie sono infine nella fotografia beffarda e irriverente di
Veronica dell’Agostino. Arte e quotidianità diventano conniventi. Senza limiti e con ogni mezzo.