È un universo variegato, composto di protagonisti affascinanti, al limite di una cinica realtà, quello che
Luca Zampetti (Camerino, 1966) presenta con tredici nuove opere alla galleria anconetana.
Terminal è il titolo della personale, strutturata in due appuntamenti espositivi, che vedono l’aeroporto come tema unificatore.
In questa prima mostra, infatti, i personaggi della pittura incisiva e accattivante di Zampetti sono ritratti negli spazi alienanti eppure riconoscibili dei grandi aeroporti internazionali. Luoghi in cui anche un’umanità patinata e perfetta come quella presentata può essere normale e, soprattutto, idonea collocazione, per volti e corpi che appaiono come vuoti involucri, privi di una precisa identità o di autentici sentimenti.
Si tratta di donne bellissime, giovani dalla vita apparentemente frenetica, in attesa indifferenti, con lo sguardo perso nel vuoto.
C’è la solita signora con l’elegante dalmata al guinzaglio, personaggio costante di Zampetti, ci sono risolute ragazze alla moda in cui il dettaglio glamour dell’accessorio rivela più di quanto ci sia da dire su di loro, giovani impeccabili tanto più il tratto dell’artista indugia nei particolari. Su tutto questo, la pittura di Zampetti, graffiante e tesa, intensa nell’uso della grafite e spiazzante quando introduce sfondi colorati realizzati a encausto, si rivela pienamente inserita nell’ambito della Nuova Figurazione Italiana.
Eppure, oltre ai numerosi background riscontrabili nelle opere di Zampetti, come il prevedibile accostamento ai fumetti, sono ancora altri i mezzi a cui l’artista marchigiano si affida per rendere così immediata la percezione delle scene ritratte. Ecco dunque le inquadrature quasi cinematografiche, mentre l’uso del bianco e nero come strumento privilegiato, i tagli particolarissimi, i primi piani, rivelano una sorta di “messa a fuoco” del tutto legata al linguaggio fotografico.
Dalla ricerca di Zampetti emerge un mondo artificioso, tanto bello da risultare irreale. La sua indagine riscontra la desolante mancanza di qualsiasi cosa che vada al di là dell’esteriorità. Almeno così pare. Tuttavia, a volte sfugge all’ineccepibile bellezza di quei volti un piccolo difetto, una leggera caricatura del viso, un tratto fisionomico esagerato, dietro cui anche solo per un istante traspare l’imperfezione della natura umana. Si tratta pur sempre di lucide rappresentazioni della nostra contemporaneità, fatta di continue partenze, ricerche verso mete e destinazioni diverse.
Chiudono la mostra alcuni disegni preparatori, ad anticipare la seconda parte della personale, che si concluderà anche fisicamente nello spazio di un aeroporto, quello di Ancona, in cui verranno collocate quattro grandi installazioni. Forse un preludio, insieme al video
Fly, proiettato sempre negli spazi della galleria Artessenza, a nuovi filoni di ricerca e a nuovi obiettivi da raggiungere. Anche per l’artista, oltre che per i suoi personaggi.