19 marzo 2003

fino al 31.III.2003 Stefano Solimani – Apparenze San Benedetto del Tronto (ap), Punto Einaudi

 
La pittura si fonde alla dimensione magica del silenzio e della lettura. Grandi occhi femminili fissano, scrutano, sognano, sperano. Atmosfere oniriche e scene di vita quotidiana danzano attorno all’osservatore. E non è tutto…

di

Attraverso l’abilità esecutiva che lo contraddistingue, Stefano Solimani torna a parlarci di sé e del suo mondo.
La mostra dà origine ad un efficace evento culturale, nato dall’unione di atmosfere diverse, se pur magicamente conciliabili, come quelle create da una libreria e da una galleria d’arte: due situazioni in cui le modalità e i codici comportamentali si possono definire simili. In questa atmosfera le opere di Solimani si confrontano con una dimensione diversa, rispetto a quella che si potrebbe notare in qualsiasi altro luogo espositivo. I dodici ritratti o meglio le dodici visioni, vedono i soggetti realizzati ad olio e le ambientazioni quasi Stefano Solimani Purificazione 90x90 acrilico su tela 2002 esclusivamente in colori acrilici, così da rendere ancor più netto il contrasto fra le due componenti pittoriche. Attirano il visitatore grazie alla forte carica di mistero e sensualità delle figure – quasi esclusivamente femminili – che luminose e nitide spiccano per il loro iperrealismo, rispetto ai fondali astratti e quasi onirici.
Il bacio ad esempio colpisce sia per la dimensione che lo differenzia dagli altri più piccoli, sia per la forza espressiva insita nei volti delle due donne immortalate in un abbraccio ambiguo. Ritratti dell’ambiguità e dei forti contrasti quindi, dove gli aspetti che sembrano di facile lettura, celano al contrario una complessità traduttiva. In Sete e amore , i grandi occhi di una affascinante fanciulla fissano i nostri in un incontro destinato a ripetersi ogni volta con la stessa intensità. Assolutamente fondamentale parlare dei colori e della luminosità: nel meticoloso lavoro dell’artista sui soggetti, il pittore marchigiano sfrutta la complessità della luce e della sua sottrazione (l’ombra), dalla cui nascono corpi magicamente scolpiti.
Le fonti di luce provengono da varie direzioni rendendo più specifici i caratteri che traspaiono dai visi. La teatralità dell’atteggiamento di una donna in Superbia descrive molto bene la particolarità e i limiti di uno dei Sette Vizi Capitali, tematica che Solimani sembra apprezzare anche in opere come Vanità.

articoli correlati
Stefano Solimani – Apparenze, Ancona

katia d’angelo
mostra visitata il 1 marzo 2003


Dal 1.III al 31.III
Stefano Solimani – Apparenze.
Libreria Einaudi, via XX Settembre 45/c, (centro storico) San Benedetto del Tronto (ap)
Orario: dal lunedì al sabato 16.30-20.00
Ingresso libero
Info 0735.592861/328.8444531/348.3400179
malito: antonioliturri@libero.it


[exibart]

1 commento

  1. basta con questo tecnicismo ossessivo, la pittura é un altra cosa e le belle parole non servono a condire ciò che non é condito.
    il colore non é condito, quella di Paolo Solimani é una pittura chiaroscurale.
    non puo chiamarsi pittura solo perché si fa con il pennello e pittore solo perché si dipinge, la pittura é variare il cromatismo e il pittore é uno scenziato ed un poeta.
    mi scuso per la freddezza della mia critica con Stefano, ma deve stare attento!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui