Pesaro può essere a ragione considerata, in questo momento, una delle città marchigiane più brillanti da un punto di vista culturale. Non solo per la presenza di istituzioni storiche come il Rossini Opera Festival, tanto importante per la musica,
Agartha rappresenta una vera e propria riflessione, attraverso una decina di opere recenti, su tematiche fondanti del pensiero umano e soprattutto del rapporto ormai critico, in un mondo dominato dalla tecnica, tra uomo e natura. L’arte di Gennari si spoglia quindi di una valenza puramente estetica per divenire mezzo di ricerca nei confronti del mondo e l’artista stesso si pone come una sorta di moderno alchimista alla ricerca – utilizzando l’arte come strumento di analisi – dei diversi rapporti che legano i concetti di vita, morte, realtà, finzione, visibile e invisibile.
Le opere sono affascinanti, accattivanti nelle forme e nei cromatismi, ma nascondono una valenza concettuale assai più importante e profonda. Osservando la serie dei Vetri vediamo delle immagini enormi esposte lungo il muro perimetrale dello spazio. Raffigurano elementi naturali come una lumaca, la radice di un albero, degli scarafaggi o un nido d’uccello ritratti in un angolo dello studio dell’artista. Lo studio acquista di volta in volta la valenza di laboratorio e di teatro di posa, dove l’elemento naturale viene liberato dal giogo del tempo per essere consegnato all’eternità attraverso il ritratto.
Il lavoro di Gennari rappresenta quasi un procedimento di storicizzazione della natura, dove l’elemento del passato diventa testimonianza nei confronti della contemporaneità.
Quindici è una vertebra di balena preistorica che dopo circa 2,8 milioni di anni arriva a noi racchiusa in una intervento artistico, in una serie di anelli concentrici. Stabilizzato è un cipresso cui è stata tolta la linfa vitale ed iniettato un liquido stabilizzante che ne impedisce la decomposizione. Microcosmo è una zolla di terra incapsulata in foglia d’oro.
Una delle caratteristiche principali di queste opere è che la ricerca si concentra su esseri che nel nostro mondo antropocentrico sono situati al gradino più basso della scala evolutiva; vermi, ragni, scarafaggi, lumache e microrganismi che solitamente ci sono indifferenti se non mal tollerati, vengono innalzati da Gennari, diventando parte di una operazione artistica, protagonisti assoluti, trattati con rispetto quasi religioso come nel Mausoleo per un Verme.
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Stefano Verri
mostra visitata il 16.III.2002
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