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02
settembre 2008
fino al 7.IX.2008 EducereSeducere Macerata, Palazzo Ricci
marcheabruzzi
Seni di latte, occhi di miele. Icone di una femminilità senza tempo. Tracce scomposte di sensualità. A scuola di seduzione dai grandi maestri del Novecento. In un’atmosfera di vagheggiante intimità...
Corpo tondo, candido. Corpo lascivo e rilassato. Corpo fiorente come un virgulto. Incorporea metafora di sessualità. EducereSeducere sviluppa in senso artistico il tema della seduzione, scelto per la stagione lirica 2008 a Macerata, e lo fa mettendo al centro della scena la donna e il suo naturale potere d’attrazione.
Si percorre un viaggio nella dimensione carnale attraverso la spudorata floridità delle forme perfette nei principi delle linee morbide, i toni accesi di un candore virginale in suggestivo contrasto con le pose discinte, i volti sognanti accostati a quelli marcati dal trucco e dall’esperienza, la delicata sensualità di un gesto o di un’espressione. Catalogo dotto di tipologie femminili reinterpretate ed eternate. La madre di Carlo Carrà, la cui nudità chiara e luminosa scompare o s’inserisce in un’atmosfera familiare testimoniata dalla presenza del bambino. La Parca di Cavalli, figura mitologica umanizzata nelle linee tornite dei fianchi e nella trasposizione in una casalinga dimensione quotidiana. La dama di Giacomo Balla, dallo sguardo altezzoso che trasmette una sensualità accennata e una tristezza del profondo.
Le mosse deduttive attraverso le convenzioni sociali ricorrono nella Papera di Alberto Savinio, chiaramente polemica contro i difetti del genere femminile, o nel ritratto gioioso delle passeggiate sulla scalinata di Trinità dei Monti di Massimo Campigli. Nudità riproposte in perfetto stile classico ma umanizzate dalle espressioni scomposte dei volti ritornano nell’opera di Primo Conti, Il Ratto delle Sabine, recente acquisto della Fondazione, in cui l’atto violento si pone in una dimensione plastica che ne sottolinea il carattere sensuale.
Apprezzabile e suggestivo l’allestimento, in cui le melodie di Beethoven, Chopin, Debussy e Mozart si mescolano alla luce soffusa e rosacea; la pittura si alterna alla scultura, valorizzata da sapienti giochi d’ombre, come per la Stefania Sandrelli di Mario Ceroli, le cui forme prosperose, rese plastiche dall’utilizzo di tipi diversi di legno grezzo, vengono ancor più armonizzate dall’ombra riflessa sulla parete candida. L’atmosfera appare davvero intima e raccolta, quasi onirica, nel complesso voluttuosamente delicata.
Infine, la simbologia forte, penetrante e altrettanto seduttiva dell’Amalassunta liciniana o della Natura morta. Fichi spaccati sul tavolo di Scipione, opera-simbolo di questa mostra, in cui il sesso femminile viene sfacciatamente riproposto e nello stesso tempo celato dietro le forme della frutta, acceso di passionalità nei colori sfavillanti, sintesi perfetta di quel dare e nascondere, affermare e negare che è la materia stessa del gioco seduttivo.
Un’esperienza sensoriale gradevole e significativa, un antologico spaccato di valenze dell’arte del Novecento attraverso correnti, generi e mezzi espressivi molto diversi. Ma uniti dal sottile filo della volontà di “allontanare dalla retta via”.
Si percorre un viaggio nella dimensione carnale attraverso la spudorata floridità delle forme perfette nei principi delle linee morbide, i toni accesi di un candore virginale in suggestivo contrasto con le pose discinte, i volti sognanti accostati a quelli marcati dal trucco e dall’esperienza, la delicata sensualità di un gesto o di un’espressione. Catalogo dotto di tipologie femminili reinterpretate ed eternate. La madre di Carlo Carrà, la cui nudità chiara e luminosa scompare o s’inserisce in un’atmosfera familiare testimoniata dalla presenza del bambino. La Parca di Cavalli, figura mitologica umanizzata nelle linee tornite dei fianchi e nella trasposizione in una casalinga dimensione quotidiana. La dama di Giacomo Balla, dallo sguardo altezzoso che trasmette una sensualità accennata e una tristezza del profondo.
Le mosse deduttive attraverso le convenzioni sociali ricorrono nella Papera di Alberto Savinio, chiaramente polemica contro i difetti del genere femminile, o nel ritratto gioioso delle passeggiate sulla scalinata di Trinità dei Monti di Massimo Campigli. Nudità riproposte in perfetto stile classico ma umanizzate dalle espressioni scomposte dei volti ritornano nell’opera di Primo Conti, Il Ratto delle Sabine, recente acquisto della Fondazione, in cui l’atto violento si pone in una dimensione plastica che ne sottolinea il carattere sensuale.
Apprezzabile e suggestivo l’allestimento, in cui le melodie di Beethoven, Chopin, Debussy e Mozart si mescolano alla luce soffusa e rosacea; la pittura si alterna alla scultura, valorizzata da sapienti giochi d’ombre, come per la Stefania Sandrelli di Mario Ceroli, le cui forme prosperose, rese plastiche dall’utilizzo di tipi diversi di legno grezzo, vengono ancor più armonizzate dall’ombra riflessa sulla parete candida. L’atmosfera appare davvero intima e raccolta, quasi onirica, nel complesso voluttuosamente delicata.
Infine, la simbologia forte, penetrante e altrettanto seduttiva dell’Amalassunta liciniana o della Natura morta. Fichi spaccati sul tavolo di Scipione, opera-simbolo di questa mostra, in cui il sesso femminile viene sfacciatamente riproposto e nello stesso tempo celato dietro le forme della frutta, acceso di passionalità nei colori sfavillanti, sintesi perfetta di quel dare e nascondere, affermare e negare che è la materia stessa del gioco seduttivo.
Un’esperienza sensoriale gradevole e significativa, un antologico spaccato di valenze dell’arte del Novecento attraverso correnti, generi e mezzi espressivi molto diversi. Ma uniti dal sottile filo della volontà di “allontanare dalla retta via”.
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dall’undici luglio al 7 settembre 2008
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a cura di Evio Hermas Ercoli
Museo di Palazzo Ricci
Via Ricci, 1 – 62100 Macerata
Info: tel. +39 0733232406; www.palazzoricci.it
Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata
Via Crescimbeni, 30/32 – 62100 Macerata
Info: tel. +39 0733261487; fax +39 0733247492; info@fondazionemacerata.it; www.fondazionemacerata.it
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