Una porta chiusa. Un ambiente privato che
mantiene la sua intimitĂ , attendendo lo sguardo individuale per potersi rivelare.
Si apre la porta e si procede lungo il corridoio. Lâelemento sessuale, centrale
nelle fotografie esposte, si attenua in
Untitled 9, dalla serie
Amnesia di
Arnis Balcus (Riga, 1978; vive a Londra), scatto che chiude il percorso.
In un ambiente spoglio, illuminato dalla luce
artificiale, un giovane è seduto su un letto clinico. Il lenzuolo bianco
avvolge la parte inferiore del corpo, lasciando scoperto il busto. Lo scorcio
accentua la visione della schiena, che si mostra cosparsa di grandi bolle in vetro.
Attraverso un processo del tutto simile a quello voyeuristico, Balcus attrae
lâattenzione. Lo sguardo dellâosservatore si carica di una curiositĂ morbosa
per poter vedere ciò che normalmente resta celato. Una ricerca che non
esaurisce lâeloquenza dellâimmagine.
Nella stanza alla fine del corridoio vengono
proiettati i video nei quali si evidenzia la grande capacitĂ dellâartista
lettone di raccontare storie attraverso ogni singolo fotogramma. Scatti
fotografici, montati in sequenza, a cui viene apposto un titolo con lâintento
di voler suggerire il contenuto. Il bianco e nero accentua il processo di
astrazione e si viene catturati in un gioco alla
Quentin Tarantino, dove tutto può
accadere, essendo esplicitamente dichiarata la finzione.
A sancire inizio e fine del percorso, unâaltra
immagine della serie
Amnesia,
Untitled 8, che si trova
separata dagli altri lavori. Esposta nellâambiente centrale del Living Space di
Pergola, invita a soffermarsi anche sullâaltro evento organizzato da Sponge
Arte Contemporanea:
Christmas Tree dâArtista. La definitiva mostra di Natale. Lâiniziativa
coinvolge 23 artisti, ai quali è stato chiesto di interpretare lâaddobbo
principe delle festivitĂ natalizie: la palla per lâalbero di Natale. Ogni
singolo intervento creativo ha la capacitĂ di mostrare la complessitĂ umana,
superando i bagliori dei lustrini che eclissano la visione.
La doppia personale prosegue invece nellâaltra ala della home gallery.
Lâevento, che costituisce il terzo appuntamento della stagione espositiva,
viene inoltre proposto in contemporanea negli spazi di Arte in Scacco di
Vercelli.
Un albero privo di radici, dal quale pendono
delle diapositive, si trova sospeso sulla superficie di un letto coperto da un
lenzuolo bianco. Le immagini di Elvis Presley e della Madonna, appese a questo
arbusto secco e spinoso, dichiarano la loro incapacitĂ di veicolare contenuti.
In
Redego di
David Starr, lâunica possibilitĂ data a questa materia
organica, ormai priva di linfa vitale, è costituita dalla musica.
Le immagini di Elvis e della Vergine tornano
sulle pareti dellâaltra stanza, e ancora nel piccolo ambiente esterno alla
casa. Icone di mondi perfetti, senza incrinature, che finiscono per deflagrare,
fino a svanire nelle pulsazioni della luce rossa che invade lo spazio. Il
suono, amplificato fino a diventare assordante, si fa largo nella mente,
germina, aprendo infinite strade.
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Ma qual'è lo scandolo? Non è questa la norma?
Sarebbe il caso di rendere palesi queste dinamiche, non solo per Sponge
Caro Michele, a me non importa che tu pensi che io sia lanciato in un delirio di onnipotenza. Con modestia, frutto di una davvero feroce autocritica, continuo a sostenere che merda non ne produco.
In ogni caso, i giudizi che hai formulato sul mio conto, curriculum e quant'altro, li hai formulati perche' mi sono reso reperibile e imputabile, al contrario di te che continui a parlare senza associare alla tua parola nome e cognome.
Tu critichi il mio lavoro, altri forse lo stimano, e questo lo sottolineo.
E se io, caro Michele, e mi viene da ridere, deliro in termini di onnipotenza, tu hai la dote della chiaroveggenza nel momento in cui formuli la profezia che Sponge e' stata il mio punto di partenza e sara' quello di arrivo.
Attento a non sbagliare!
Rimane il fatto che ti vorrei vedere con una matita in mano e pubblicato con nome e cognome per ridere.
I lavori rimangono sempre reperibili e giudicabili.
Con questo mi tiro fuori.
Un saluto.
Leeza Hooper
Scusa caro Antonio senza entrare nel merito di questa vicenda di cui non so nulla perchè mai uno spazio no profit non dovrebbe avvalersi di risorse pubbliche se il suo ruolo è tale?
Caro Leeza Hooper,
come ho gia' scritto, saranno le persone, le gallerie e chi fa parte del vero mondo dell'arte a giudicare il tuo lavoro, come quello di tutti gli artisti. E' cosi' che funziona, anche se non ti piace. QUesto e' il mondo dell'arte e del pensiero libero, non quello che tu sogni o che vorresti imporre.
E ad oggi probabilmente avrai qualche estimatore nella tua cerchia di amici, ma le tue opere sono online e visibili da tutti, come lo e' il tuo curriculum, e chiunque puo' trarre le proprie conclusioni. Se me lo consenti non vorrei infierire oltre.
Ti diro' invece che non mi vedrai mai con in mano una matita perche' non sono un artista, come ti ho gia' detto piu' volte, anche se a te piace pensare di potere essere criticato da qualche artista depresso per fartene una ragione. Guarda che non ci sono solo artisti sfigati e depressi a questo mondo. E pensi che un artista sfigato dovrebbe criticare tie o Sponge per cosa, per invidia? Ma casomai per compassione. Dai, pensaci su...
E concludo dicendoti di nuovo che questo e' un forum libero e che uno puo' restare anonimo, anche se a te non piace. e se non ti piace e' inutile che continui a lamentarti e a chiedere che uno si firmi. forse a casa tua comandi, ma qui siamo su exibart, che non e' casa tua. quindi se non ti va bene cambia forum.
Oltretutto ho visto ora online che "Leeza Hooper" non e' neppure il tuo nome vero ma uno pseudonimo, quindi hai pure una bella faccia tosta a chiedere (o pretendere...) che uno si firmi con il suo nome e cognome quando tu ti nascondi dietro un finto nome.
Quanta ipocrisia, "Leeza Hooper", quanta....
signori, non mi sembra di aver negato a nessuno il diritto all'opinione, nÊ di aver difeso a spada tratta Sponge. Ho solo detto che l'indignazione, nobile sentimento, potrebbe essere incanalata in situazioni molto piÚ ambigue e zeppe di conflitti d'interesse come quella che ho segnalato. Ripeto: troppo facile prendersela con i deboli. Sprechi ed intrallazzi sono ovunque, recensioni troppo amichevoli sono all'ordine del giorno e tutto questo putiferio salta fuori solo per Sponge? Suvvia, non prendiamoci in giro, questa è ipocrisia bella e buona. Stiamo parlando di mafiosi o di ragazzi che, investendo energie, lavoro e soldi CERCANO di crescere? Se per voi sono queste le situazioni incresciose da denunciare, io denuncio il vostro strabismo.
Per quanto riguarda Leeza Hooper, ho definito il suo intervento "esecrabile" e non aggiungo altro.
buongiorno caro X, quando si cerca di erodere soldi al pubblico unicamente per far mangiare il panino agli organizzatori e alla conventicola che sta dietro, sfruttando l'ignoranza abissale dei nostri politici, e la voragine di disinformazione del "popolino", con la recensione di quattro collaboratori conniventi, tutto questo è esecrabile. E davvero è un sistema che ricorda il peggio di quanto il nostro paese produce. Meglio il for profit alla luce del sole, ma nascondersi dietro "tante belle parole" è patetico.
sono estraneo al dibattito, non capisco questa Sponge è uno spazio e poi fa anche ufficio stampa interno e 'per terzi', un po strano...
Infierire su di me?, chi, tu? chi sei?, non hai neppure un nome, sei orrendamente "Orbene, mi chiamo Michele, ho 27 anni e sono della provincia di Pesaro". Ancora non hai il coraggio di firmarti, ripigliati.
Mi vien da ridere, che gente.
Ancora, se con questa storia posso farmi nuovi amici benvengano i lavori sono sempre li'.
Saluti e con profonda modestia
Leeza Hooper.
Io veramente un nome ce l'ho, ed è Michele, tu che ti nascondi sotto lo pseudonimo di "Leeza Hooper" un nome vero non ce l'hai?
Allora metti il tuo nome e cognome, tira fuori questo "coraggio" che chiedi agli altri.
X Davide
Non è che si tratta di prendersela con i piÚ deboli criticando Sponge.
Leggiti i commenti dall'inizio e vedrai che il tutto è stato un'escalation e che diverse cose sono emerse a distanza.
I miei commenti nascono dal fatto che tra amici appassionati di arte è venuto fuori il discorso di questo pseudo spazio Sponge, che nel pesarese è divenato una barzelletta.
Loro si propagandano come se facessero chissà cosa, anche grazie ad alcuni compiacenti redattori di exibart che poi è emerso essere curatori di Sponge.
Ora, quello che dici tu è vero, gli intrallazzi e i magna magna ci sono anche altrove, ma questo non è che possa essere una giustificazione o un lasciapassare per Sponge o per Gaggia o per altre realtà di profilo cosÏ scadente.
Insomma, nessuno crede piĂš alle favole.
Che queste pseudo mostre possano essere delle iniziative per una crescita (quale?), lasica come minimo piuttosto perplessi.
E' proprio il principio alla base che è marcio: fare qualsiasi cosa per poi ottenere soldi pubblici, pensando che nessuno si accorga della manovra e del valore nullo delle iniziative. Nullo vero valore culturale, nullo riscontro reale.
Una trovata per attingere a futuri soldi pubblici ai danni della comunitĂ .
Non credo sia per nulla ipocrita evidenziare queste situazioni, anzi.
Se poi tu preferisci evidenziare il malcostume di altre realĂ , a livello locale o nazionale, fai benissimo a farlo. Questo marciume e questo malcostume vanno sollevati e non taciuti. Se ognuno contribuisse nel suo piccolo, avremmo un paese con meno sprechi e con maggiori professionalitĂ .
Ma qui pare che tutti gli italiani si sentano grandi artisti o che alternativamente si comportino da parassiti della societĂ ...