Categorie: marcheabruzzi

fino all’1.VI.2008 | Rita Vitali Rosati | Cupra Marittima (ap), Franco Marconi

di - 28 Maggio 2008
Un mazzo di fiori come motivo conduttore e chiave di lettura di un percorso che va a scavare all’interno dell’animo umano, tra le sue paure, le sue debolezze, le sue illusioni. Per il penultimo appuntamento della rassegna Con te o senza di te, la Galleria Marconi propone una mostra che va a guardare nel dolore, un dolore democratico, che ha toccato tutti in maniera più o meno diretta.
La personale di Rita Vitali Rosati (Milano, 1949) s’intitola Metastasi: l’inizio e la fine e utilizza i fiori come motivo presente e caratterizzante ogni opera in mostra. Fiori che non sono più nella pienezza della propria bellezza, ma che invece sono marci, macchiati, morenti. Il mazzo di fiori viene visto nel suo naturale utilizzo, in un vaso al centro di un tavolo, vicino a una culla in un reparto di ostetricia, su una panchina con due innamorati, come bouquet tra le mani di una sposa. Solo che, in risposta alla normale gioia che dovrebbe trasparire da queste situazioni, abbiamo fiori avvizziti, e anche il colore della figura umana è spento, freddo, cadaverico. I fiori, che da sempre sono un simbolo di festa, di amore e di omaggio, sono visti in tutta la loro effimera fugacità e per ciò diventano pienamente rappresentazione della fragilità umana.

Come ulteriore passo in una personale piena di spunti troviamo una ragazza in una vasca da bagno con tutti i fiori sparsi sull’acqua. La ragazza è sdraiata, con il volto che affiora appena all’aria: è morta? Dorme? Si sta rilassando? Ma il colore della figura umana in questo caso è vivo, caldo, normale. L’ambiguità umana, il rapporto tra vita e morte, la serenità della consapevolezza sembrano trasparire da queste immagini.
Metastasi: l’inizio e la fine non è una mostra che parla della morte ma, come suggerisce il titolo, parla della presa di coscienza della vicinanza della fine. La malattia è un momento presente e fondante della vita umana, una realtà che è in ognuno, con cui tutti hanno fatto i conti e che cercare di allontanare è soltanto un tentativo di non voler vedere. La morte non è raccontata, ma la percepiamo come una non presenza, qualcosa che aleggia, che c’è ma non si vede: dopo l’immagine degli innamorati sulla panchina segue quella della panchina vuota, con i fiori sparsi in ordine casuale.
Rita Vitali Rosati - Metastasi: l’inizio e la fine - veduta dell’installazione presso la Galleria Marconi, Cupra Marittima 2008 - photo Marco Biancucci
La personale di Vitali Rosati rappresenta un’importante evoluzione nel percorso dell’artista, che lascia il linguaggio ironico che aveva adottato finora nei propri lavori. La macchina fotografica è utilizzata per scandagliare l’animo umano e, per quanto le scene possano sembrare normali, i fiori morenti danno la chiave per leggere l’opera. Sogno di un’ombra è l’uomo ha scritto Pindaro per rappresentare tutta la fragilità della situazione umana; una fragilità che i fiori mostrano immediatamente attraverso la loro bellezza, che può durare una settimana, un giorno o soltanto un’ora. Una bellezza che hanno perso per sempre, nel loro inevitabile viale del tramonto.

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dario ciferri
mostra visitata il 4 maggio 2008


dal 4 maggio al primo giugno 2008
Rita Vitali Rosati – Metastasi: l’inizio e la fine
a cura di Claudio Libero Pisano
Galleria Franco Marconi
Corso Vittorio Emanuele, 70 – 63012 Cupra Marittima (AP)
Orario: da lunedi a sabato ore 16.30-20
Ingresso libero
Info: tel. +39 0735778703; galmarconi@siscom.it; www.siscom.it/marconi

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