Apre ufficialmente i battenti la 1-54 (8-11 febbraio), la fiera dell’arte contemporanea dell’Africa e della diaspora africana. Questa è l’edizione di Marrakech, la numero cinque, per l’esattezza, mentre la regina madre avrà come sempre luogo a Londra in autunno, in concomitanza con Frieze. Ed ecco le novità della nuovissima manche: prima di tutto la venue, per la prima volta 1-54 si svolgerà sia presso l’hotel La Mamounia che nello spazio espositivo DaDa, nel cuore della Medina. «Dal 2018», confermano dalla fiera, «1-54 ha ampliato con successo la propria presenza a Marrakech. Essendo un fiorente centro per la scena artistica del continente, Marrakech funge da sfondo ideale per la fiera, sfruttando lo spirito creativo della città nutrito da una comunità di artisti, gallerie e istituzioni». Quindi si inizia.
Le gallerie partecipanti per l’edizione 2024 sono 27, tra cui 14 del continente africano, 8 delle quali con sede in Marocco. C’è la londinese The African Art Hub tra gli highlights, la mostra Tout ce qui est caché et entier (Tutto ciò che è nascosto e intero) allestita nei suoi spazi punta i riflettori sulle opere di Sheila Fuseini (Ghana) e Gbemileke Adekunle (Nigeria). La Primo Marella Gallery, con sede a Milano, espone invece Hako Hankson, tra gli altri, sembra trascrivere la storia dei riti ancestrali dando loro una risonanza temporanea. Mentre Sarfo Emmanuel Annor, tra gli artisti proposti dalla parigina The Bridge Gallery, classe 2002, scatta e modifica sul suo smartphone per far rivivere l’arte del ritratto, fissa le immagini colorate della gioventù locale, le rende perenni, traducendole in una storia felice del Ghana contemporaneo.
«Ad ogni edizione ci siamo chiesti: cosa è necessario, cosa si può ottenere e come può essere diverso?», rivela la direttrice e fondatrice della fiera, l’imprenditrice marocchina
Touria El Glaoui. Gli stand e i loro artisti rispondono, ognuno a suo modo. Così da Reiners Contemporary Art è esposta una tela di grande formato, e senza titolo, ad opera di Éder Oliveira, nato in Brasile nel 1983. Cruda, magnetica, non si può fare a meno di guardarla. «La pittura di Éder Oliveira si articola attorno a due linee narrative distinte», dicono dalla galleria, «il contesto della violenza nella sfera culturale latinoamericana e la dialettica del subalterno. Troviamo una narrazione visiva che trasmette con uguale chiarezza i principi prevalenti del dramma e della seduzione. Stiamo parlando di un dipinto che sanguina, che avverte dei sintomi del malessere umano e traccia una radiografia del disagio sociale».
Ancora qualche nome in ordine sparso: Gallerie Galleria CDA (Casablanca, Marocco), Galerie 208 (Parigi, Francia), Galleria M CONCEPT (Dakar, Senegal), Galleria Myriem Himmich (Casablanca, Marocco), Reiners Contemporary Art (Marbella, Spagna), Revie Projects (Parigi, Francia ) e la già citata The Bridge Gallery (Parigi, Francia) partecipano per la prima volta a una qualsiasi delle tre edizioni globali di 1-54, e 14 gallerie debuttano a Marrakech, tra cui: African Arty (Casablanca, Marocco), Christophe Person (Parigi, Francia ), Gallery 1957 (Accra, Ghana e Londra, Regno Unito), Galerie Atiss Dakar (Dakar, Senegal), Portas Vilaseca Galeria (Rio de Janeiro, Brasile) e kó (Lagos, Nigeria).
Non solo. Tra le collaborazioni ad “alto profilo”, senz’altro la Black Rock Global Arts Foundation, che lavorerà con 1-54 per co-ospitare un simposio sullo stato delle istituzioni incentrate sugli artisti in Africa. Leader di residenze d’artista, fondazioni, musei pubblici e iniziative guidate da artisti si riuniranno per discutere della crescente presenza di questi spazi in Africa. E anche Christie’s, che conferma per il quinto anno il proprio sostegno alla fiera.
Parla la fondatrice Touria El Glaoui: «Espandere la fiera a DaDa, nel cuore della Medina», dice, «significa non solo il successo di 1-54 Marrakech, ma anche il nostro costante impegno a interagire con la scena artistica marocchina. Siamo lieti di vedere così tanti artisti e gallerie locali in programma, che mettono in mostra il contributo di questi paesi al ricco arazzo dell’arte africana contemporanea». Poi, a proposito del programma 2024: «L’edizione di Marrakech di quest’anno si concentra sul sostegno degli artisti e, attraverso partnership ed eventi come il simposio con la Black Rock Global Arts Foundation, miriamo a offrire un dialogo significativo e connessioni tra artisti e istituzioni africane. Non vediamo l’ora di accogliere vecchi amici e nuovi arrivati». È arrivato il momento, inizia la fiera.
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