Essere un giovane artista squattrinato negli anni dieci del secolo scorso forse non era così diverso dalla situazione odierna. Certo è che pochi artisti sono riusciti a trovare la giusta alchimia tra talento e fortuna per diventare famosi e ben pagati. Forse quasi nessuno. Almeno fino ad oggi, ma la combinazione che ha portato a pagare 130mila euro per un acquarello di mediocre fattura è ben diversa dalla suddetta formula. Ed è così che quello che potrebbe essere oggi un pittore di Piazza Navona diviene superpagato.
Ieri durante una sessione di vendita della casa d’aste Weidler, a Norimberga, è stata battuta un’opera su carta di Adolf Hitler ad una cifra che ha superato di più del doppio la stima iniziale di 60mila euro. Le venditrici erano due sorelle tedesche ed i potenziali acquirenti che hanno manifestato interesse sono arrivati da Asia e America, ma ad acquistarla pare sia stato uno sconosciuto proveniente dal Medio Oriente presente in sala al momento dell’asta. Un’asta definita volgare da più parti e considerata dalla direttrice della casa d’aste stessa la vendita di un semplice documento storico.
Questa è una delle circa 2000 opere dipinte da Hitler negli anni in cui provò in tutti i modi a sfondare come artista. Il dipinto, che raffigura l’Ufficio del registro civile e il municipio di Monaco, datato 1914 e di cui esistono molte copie, è stato venduto con una ricevuta di vendita che ne certifica l’autenticità firmata dal fratello di Martin Bormann, segretario del Führer, datata 25 settembre 1916. Questo il motivo dell’alto prezzo di vendita, che ha amplificato il clamore, ma il compratore ha placato le polemiche dichiarando che parte della cifra sarà devoluta in beneficenza.