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Giunta alla sua tredicesima edizione, la tappa americana della fiera svizzera inizia domani, con un cambiamento consistente: l’apertura al pubblico slitta di un giorno, per lasciare più tempo ai collezionisti di girare indisturbati nelle sale dell’enorme Miami Beach Convention Centre. Una mossa rischiosa, ma forse buona per attrarre più collezionisti e coccolarli, nella speranza di migliorare gli incassi dello scorso anno. La fiera, conosciuta per i suoi party, per i VIP che girano nella città e per la quantità di eventi satellite, tra cui la prestigiosa Design Week, vede tra gli espositori alcuni tra i più importanti galleristi provenienti dai quattro angoli della Terra.
Sperando di bissare il successo dello scorso anno con 75mila visitatori, le 267 gallerie sono suddivise in 9 sezioni. Oltre alla proposta delle sale principali, ci sono sezioni innovative, tra cui “Nova”, dove le gallerie presentano opere inedite realizzate negli ultimi tre anni, “Kabinett”, dove gli espositori presentano mostre in uno spazio delimitato separatamente nell’ambito stand della galleria. A questi si aggiungono “Positions”: mini personali all’interno della fiera, e il progetto pubblico che vede 26 opere esposte negli spazi esterni del Bass Museum of Art. Complici la classica riflessione sull’indotto che la fiera ha portato in città, e quella sulla dimensione Pop assunta dalla settimana dell’arte di Miami, pare facile distrarsi. Ci pensano i galleristi a far tornare gli art lovers sulla terra con le loro proposte. Iniziamo dal veterano di Art basel Miami, Michael Kohn della Kohn Gallery di Los Angeles, che come tradizione propone artisti mid career e altri più giovani, tra cui John Altoon, ed i giovani Tom LaDuke e Eddie Martinez.
La Lisson Gallery di Londra porta in fiera il lavoro della Abramović, Ryan Gander presente anche nel programma pubblico, Pedro Reyes, Nathalie Djurberg e Hans Berg, tra gli altri.
Anche un bel pezzo di Italia è presente in Florida. Alfonso Artiaco propone dei grandi classici tra cui Sol LeWitt, Robert Barry, Gilbert & George e Lawrence Weiner, ma affida a Perino&Vele il compito di rappresentare la giovane arte dello Stivale. La Galleria Continua espone Pistoletto, confidando forse sulle cifre delle ultime aste. Mentre Magazzino di Roma punta sul confronto tra gli artisti più rappresentativi della galleria, come Benassi, Piangiamore, Bartolini, Cabrita Reis e Cantor con alcuni protagonisti degli anni ’70: Mario Merz, Schifano, Pascali, Boetti. Punta sull’Italia e sui successi delle ultime aste anche Dominique Lévy con opere di Alberto Burri, Enrico Castellani, Gilbert & George, David Hammons, Keith Haring, Barbara Kruger, Sigmar Polke, Thomas Schütte, Kazuo Shiraga, Richard Serra, Andy Warhol, e Christopher Wool.
In attesa di analizzare gli argomenti seri, ranking, prezzi e statistiche, va ammesso che Miami ha reso il format svizzero di Art Basel più leggero, più modaiolo e accessibile ad un pubblico più ampio, senza perdere la qualità della proposta culturale.