La più scintillante, brillante, patinata dell’arte è tornata – ed è finita di già . Dopo la rassegna dei must see di Art Basel Miami della scorsa settimana (qui), eccoci subito alla resa dei conti della fiera più eccentrica del colosso MCH Group. Ebbene: un’affluenza complessiva di 60.000 persone, tra preview vip e apertura al pubblico; collezionisti da 72 Paesi tra America, Europa, Africa, Asia e Medio Oriente; mecenati e curatori di oltre 170 musei e organizzazioni culturali, inclusi giganti come ICA Boston, MET e Guggenheim Museum; ma anche superstar dello show business tra cui Leonardo Di Caprio e Adam Levine, tutti impazienti di tornare e vedere dal vivo. «Questa mostra segna la prima fiera d’arte veramente internazionale che si svolge negli Stati Uniti dall’inizio della pandemia», dichiara Marc Spiegler, direttore globale di Art Basel. Tra nuovi ingressi e intramontabili blue chip, il mercato del lusso continua la sua regata controcorrente e fa breccia nei cuori – e nei wallet – dei collezionisti internazionali.
Voce ai protagonisti. «Una grande vittoria per Miami e il metaverso questa settimana!», è il commento entusiasta di Marc Glimcher, Presidente e CEO di Pace Gallery. «Siamo stati felici di collocare così tante opere della fiera in grandi collezioni, compresi pezzi di Robert Nava e Marina Perez Simão». Gli fa eco Marc Payot, Presidente di Hauser & Wirth: «Abbiamo avuto un primo giorno sorprendente con quasi 20 opere vendute», dice, «come i dipinti di Christina Quarles e Rashid Johnson, che sono passati a importanti istituzioni. L’arte americana continua a guidare il mercato e la qualità superiore è la stella polare sulla bussola». Morale alto anche per David Maupin, co-fondatore di Lehmann Maupin, che rivela «forti posizionamenti in musei e collezioni private, tra cui l’acquisizione dell’opera di Dominic Chambers da parte di un importante museo in Cina, e di più opere di Teresita Fernández per oltre 1,3 milioni di dollari».
Ed ecco quindi un po’ numeri delle vendite, conditi da una bella sfilza di zeri. A partire da Mousquetaire et Femme a la Fleur di Pablo Picasso, del 1967, che da Helly Nahmad Gallery ha sfiorato i $ 20 milioni – la stessa opera che da Christie’s, nel novembre 2008, veniva aggiudicata per “soli” 9 milioni. Ancora da Nahmad era esposto lo splendido Mark Rothko da $ 50 milioni, punta di diamante della fiera, finito invenduto. Due dipinti di Mary Lovelace O’Neal sono passati di mano per mezzo milione ciascuno alla Mnuchin Gallery, mentre un recentissimo lavoro in ceramica, legno e foglia d’oro di Sanford Biggers ha trovato casa (o museo, chissà ) per $ 125.000 da David Castillo Gallery.
Arriva a $ 4 milioni la tela di Julie Mehretu al booth di White Cube, seguita da un dipinto di Keith Haring del 1983, che raggiunge quota $ 1,8 milioni da Gladstone Gallery già il primo giorno di apertura. Un’immancabile Porsche del futuro di Daniel Arsham fa il botto da Perrotin con oltre $500.000 (da Phillips HK, nel 2020, una Grey Selenite Eroded Porsche veniva battuta per circa $167.736, tra i prezzi d’asta più alti per l’artista). E chiudiamo la nostra rassegna con lo stand di Gagosian, che già a poche ore dall’inizio della preview aveva venduto circa 30 opere per oltre $10 milioni di dollari. Game over, fine delle danze. Ma ha tutta l’aria di un lieto fine questa Art Basel Miami 2021.
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