07 novembre 2022

Alla fine della fiera: vendite e acquisizioni di Artissima 2022

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Cala il sipario, a Torino, sulla 29esima edizione. Ecco le scelte dei collezionisti, i feedback delle gallerie, le annessioni alle collezioni museali

artissima 2022
Artissima 2022, Photo credit: Perottino - Piva - Peirone / Artissima

Alla fine della fiera la Artissima di Luigi Fassi è piaciuta eccome. Prima di tutto al grande pubblico, con un’affluenza di 33.200 visitatori in 4 giorni. Poi agli addetti ai lavori, con una schiera di commenti che oscillano tra «bene», «benissimo», «non c’è male». E senza dubbio ai collezionisti che, pare, hanno spazzolato gli stand, senza distinzione tra monologhi, dialoghi, veterani e new entries – pochi neon, poca arte tessile stavolta, spazio alla riscoperta arte figurativa. C’è aria di festa al Lingotto di Torino, dentro e fuori le mura dell’Oval. Alle ore 16 di domenica ancora si registra una certa affluenza, ancora si respirano gli ultimi sprazzi di art fair. Respiri internazionali, come da copione, s’intende. Carichi dell’entusiasmo di vendite, lavori opzionati, delle sempre attesissime acquisizioni museali, con 810 collezionisti stranieri, 700 nostrani.

«Il nostro riscontro è estremamente positivo, abbiamo concluso vendite per la quasi totalità delle opere esposte, al punto di dover rinnovare l’esposizione in diversi momenti della fiera». Lo rivela a exibart la galleria Mazzoleni, che sottolinea un «grandissimo interesse per tutti gli artisti presentati, in modo particolare verso Marinella Senatore, alla quale è dedicata la grande mostra appena inaugurata presso La Venaria Reale. Qualche prezzo? La materia del significato di David Reimondo, presentata in anteprima in fiera, è andata immediatamente venduta per una cifra pari a € 60.000. Ma hanno fatto bene tutti i nomi proposti in selezione, da Rebecca Moccia a Shigeru Saito, dritti e diretti fino a Massimo Vitali. Come inizio niente male.

Marinella Senatore, We Rise by Lifting Others, 2022, glass tubes with mercury-free gas mixture monted on a painted steel structure, 120 x 110 x 15 cm. Courtesy Mazzoleni, London – Torin
Rebecca Moccia, How cold as you are, 2022, Thermal picture printed on Canson cotton paper mounted on aluminium. Courtesy Mazzoleni, London – Torino

Tanti i protagonisti internazionali sparpagliati tra i corridoi della fiera – a partire da Emma Talbot, vincitrice dell’ottava edizione del Max Mara Art Price e in mostra, quest’anno, tra la Whitechapel Gallery di Londra, la Collezione Maramotti di Reggio Emilia, i booth patinati di Frieze, nemmeno un mese fa. Tante anche le opere acquisite dai musei, come quelle di laus Rinke, Rossella Biscotti e Pietro Moretti, che confluiranno nella collezione permanente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Incontriamo Nicolò Cecchella tra gli stand della fiera, la sua Marsia è stata comprata dalla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino nei giorni di apertura: «Il titolo si riferisce all’agone mitologico e alla punizione che Marsia ricevette per aver sfidato il dio Apollo», ci racconta, «è un’opera che indaga le dinamiche della rappresentazione declinandole attraverso i temi dell’identità del corpo e della presenza umana». Procediamo.

Buone le vendite da Luce Gallery, hanno trovato nuovi proprietari i lavori di Ludovic Nkoth (€ 45.000), di Zéh Palito (€ 35.000), di Peter Mohall (€ 9.000). Con un ottimo riscontro anche in termini di target: «I collezionisti di Luce Gallery sono principalmente stranieri», spiega a exibart il fondatore e direttore Nikola Cernetic, «mentre questa edizione di Artissima ci ha permesso di presentarci in maniera più diretta anche al pubblico nazionale». Non solo: «In molti», aggiunge, «dopo essersi fermati allo stand, hanno voluto approfondire la conoscenza visitando la galleria». Che al momento è in scena, in Largo Montebello 40, con la personale Memory Palace di Johanna Mirabel.

Nicolò Cecchella, Marsia, cemento, sabbia di fiume, ciglia, gomma siliconica al platino, ferro, carta
Ludovic Nkoth, A Peek Trough the Wind, 2022, acrilico su tela, 152,4×121,9 cm, Courtesy: l’artista e Luce Gallery, Torino

Qualche highlight sparso per la fiera: lo stand della sudafricana Whatiftheworld – super affollato fino alla fine, con l’acclamato solo show di Mia Chaplin, quasi una Cecily Brown in vesti figurative. L’esposizione di Laveronica, catturano l’attenzione due grandi ritratti, personalissimi, stracolmi di dettagli, ad opera di Alejandra Hernàndez (le cifre richieste: € 9000 ed € 12.500). Eterogenea la selezione della bolognese P420, che ha realizzato vendite per tutti gli artisti esposti. Da Francis Offman (€ 5-15mila), che è stato da subito sold out, fino a Shafei Xia (€ 5-10mila), Adelaide Cioni (€ 3-12,5mila) e Irma Blank (€ 10-50mila), passando per Richard Nonas e Filippo De Pisis. I collezionisti? «Di ogni livello», incalzano dalla maison.

«È andata abbastanza bene, siamo contente», fanno sapere a exibart Benedetta Spalletti e Lodovica Busiri Vici, galleriste di Vistamare. «La fiera ha sicuramente un ritmo più lento rispetto alle altre edizioni e una minor partecipazione internazionale. Continua ad essere una fiera importante con una buona selezione di opere e gallerie». Positivo anche il riscontro di Prometeo, con una sfilata di lavori tra Iva Lulashi, Regina Josè Galindo, Zehra Doğan, un monumentale Santiago Sierra. «Abbiamo presentato anche artisti nuovi, come Binta Diaw, ed è stato un grande successo che ci fa ben sperare per il futuro», rivela la gallerista Ida Pisani.

Cala il sipario della 29esima edizione, tramontano nuvole rosa sopra i vetri dell’Oval. Suona come un lieto fine, alla fine della fiera.

P420 @ Artissima 2022. Photo Credit: S.Pellion di Persano
Artissima 2022, Photo credit: Perottino – Piva – Peirone / Artissima
Artissima 2022, Photo credit: Perottino – Piva – Peirone / Artissima

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