-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Leonardo «veramente mirabile e celeste», Michelangelo il «divino», ma anche Cimabue, che «oscurò Giotto veramente la fama di lui». Vi suonano familiari? Sono i profili senza tempo delle Vite di Vasari, esatto, la raccolta di biografie più o meno veritiere de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori. Una copia della prima edizione illustrata – stampata a Firenze dai Giunti nel 1568 – è all’asta da Pandolfini. Ma c’è di più: tra le pagine di questo capolavoro anche le chiose attribuite al pittore manierista Federico Zuccari, che traducono il volume in un esemplare unico, personalissimo, offerto con una stima di 35.000-45.000 euro.
«Esistono varie copie delle Vite vasariane anticamente postillate», spiegano gli esperti di Pandolfini, «sia dell’edizione originale del 1550, sia di questa prima edizione illustrata». C’è il volume custodito alla Biblioteca Nazionale di Spagna, donato dallo stesso Zuccari a El Greco, per iniziare; e c’è una seconda versione conservata alla Bibliothèque Nationale de France, proprio nel cuore di Parigi. «A queste va aggiunta una terza copia reperita nella seconda metà dell’Ottocento dallo studioso vasariano Gaetano Milanesi, che ne attribuì le postille a Zuccari e le trascrisse commentandole. A un primo confronto, le note trascritte da Milanesi corrispondono a quelle che si trovano nell’esemplare proposto [da Pandolfini]».
Festa grande – e occasione ghiotta – per gli studiosi di arte rinascimentale. Soprattutto perché, ai commenti pungenti di Zuccari («in che proposito entra qui Giorgio [Vasari] vanamente?») si intrecciano altri pensieri su carta, come quello del pittore genovese Cesare Corte e dello storico dell’arte Alfonso Landi. E c’è anche un piccolo ritratto a matita, nello stile tipico del naturalismo emiliano cinquecentesco, che viene applicato nel tondo – un tempo vuoto – di Antonio Correggio. Tante opere racchiuse in una sola, insomma. C’è tempo fino al 15 dicembre per aggiudicarsela, tra i lotti della vendita Libri, Manoscritti e Autografi di Pandolfini. Basta solo un click.