Dicono ci sia una crisi lì fuori. Eppure. Eppure Christie’s punta altissimo e mette in vendita un Impero delle luci di René Magritte. L’ennesimo Magritte all’asta, nel pieno del boom post Biennale 2022 che ha dato un boost ai surrealisti già acclamati dal mercato – e una certa patina dorata a quei nomi ingiustamente accantonati, o mai scoperti prima. Ed ecco la notizia: L’Empire des Lumières, anno 1954, andrà in vendita a novembre, tra le maxi aste di New York. Il CEO Guillaume Cerutti la definisce «una delle opere più significative mai offerte da Christie’s», proviene dalla collezione di Mica Ertegun, figura leggendaria dell’interior design. Iconica, immediatamente riconoscibile, un curriculum straordinario, c’è tutto. La stima? «In excess of $ 95 million», ma ufficialmente «su richiesta». Aria da record, ça va sans dire.
Ottimo tempismo, a cento anni dal Manifesto di André Breton. Nonostante qualche arrancamento, sembra che gli artisti surrealisti continuino a tenere botta, in un clima generale in cui «il mercato dell’arte si raffredda», come ha titolato di recente il Financial Times, a proposito di una Sotheby’s che «crolla» (-25% delle vendite all’incanto rispetto al primo semestre 2023) e della competitor Christie’s che «soffre» per il rallentamento delle aste (-22% a confronto con lo stesso segmento 2023). Tutto vero, eppure. Non è bastato quel L’ami intime da £ 33,7 milioni ($ 43 milioni, ovviamente garantito) presentato lo scorso marzo, nel corso della The Art of the Surreal Evening Sale di Christie’s, per affermare la risalita. Ora Magritte punta dritto al record con il suo capolavoro d’eccellenza, l’impero delle luci dove luna e sole coesistono, giorno e notte s’incontrano nella stessa radura, ne annullano il tempo, la trasformano in sogno. Surreale. E lo fa nell’anno buio del mercato, prova a rianimarne – a riaccenderne – le sorti, proprio sul gran finale.
Mai visti all’asta tanti capolavori di Magritte. Nel 2022 un altro Empire des Lumières transitava in New Bond Street da Sotheby’s dritto fino al traguardo – ad oggi insuperato – di £ 59,4 milioni (circa $ 79,8 milioni); poi a ruota, ancora da Sotheby’s, la versione di Mo Ostin, lo storico dirigente della Warner Bros ($ 42,3 milioni); e per finire, nel novembre 2023, quella appartenuta al banchiere Nelson A. Rockefeller, la esitava il martello di Christie’s per $ 34,9 milioni. In numeri: la superstar surrealista chiudeva il suo annus mirabilis 2022 con un turnover fuori misura di $ 191,4 milioni (al posto numero 5 del world ranking di Artprice), il 2023 con un altrettanto superbo fatturato da $ 162,4 milioni (in 6a posizione), ha già messo in porta ben $ 95,7 milioni in un – non idilliaco – primo semestre 2024. E, controcorrente, è destinato a salire.
Il soggetto è iconico, la provenienza straordinaria fa il resto, quella collezione Ertegun che include nomi titanici come David Hockney e Joan Miro (tutti in vendita a partire dal 19 novembre, tra aste live e online). «Mica Ertegun era l’epitome dello stile», conferma Max Carter, Christie’s Vice Chairman of 20th and 21st Century Art. «Tutto nelle sue case, dai capolavori agli oggetti più funzionali, era squisito e personale. […] Ma di tutte le opere con cui ha vissuto, L’empire des lumières di Magritte cattura più da vicino la sua filosofia estetica nel suo equilibrio e nella sua moderazione. Icona del Surrealismo, l’Ertegun Magritte è probabilmente la più bella, la più abilmente resa e la più inquietantemente bella di tutta la serie. Come l’occhio di Mica, è un’opera perfetta».
Se la stima degli esperti va in porto – «in excess of $ 95 million» non è una dicitura esattamente frequente, nelle previsioni iniziali – L’Empire des Lumières diventa di diritto il dipinto più costoso di Magritte mai passato all’incanto. Verdetto finale a novembre.
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