Arriva un pacco carico di Brillo boxes e lattine di Campbell Soup. Ad annunciarlo è The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, di base a New York che nel corso dei prossimi mesi concluderà il processo di donazione delle decine di migliaia di opere e fotografie dell’artista, non solo a case d’asta, ma anche a musei ed università. Questo flusso di opere pare sia alla sua conclusione, nel 1987, al momento della sua nascita la Fondazione aveva dato il via alle donazioni, portando oggi in 322 istituzioni ed università circa 52mila opere, tra i più grandi beneficiari si annoverano il MoCA, il Getty Museum, l’Hammer Museum (tecnicamente un affiliato UCLA); Orange County Museum of Art, il Museum of Contemporary Art di San Diego; e il Santa Barbara Museum of Art.
Continuerà così il momento di fortuna per l’artista che mantiene la sua posizione di dominio nel ranking del mercato nel 2014, un’ondata che non si arresterà a breve, data la grande quantità di nuove opere che invaderanno la scena dell’arte mondiale.
Nelle prossime settimane apriranno diverse mostre di Warhol tra cui quella presso l’Abroms-Engel Institute for the Visual Arts, parte dell’Università dell’Alabama e una presso il Middlebury College Museum of Art in Vermont, ma sono annunciate circa quaranta esposizioni nei musei delle università e nelle istituzioni di tutta America.
Il risultato? Una simile serie di mostre e di pubblicazioni sulla già sviscerata figura dell’inventore della Pop Art, potrà ancora migliorare i risultati delle aste, potrà far superare la cifra degli 82milioni incassata dall’Elvis “cowboy” lo scorso novembre da Christie’s a New York? Poco importa alla Fondazione dedicata all’artista di Pittsburgh, il cui unico scopo è di ricavare un fondo da queste donazioni e dalla vendita dei diritti sulle opere usate per uso commerciale. La dotazione attuale è di circa 285 milioni di dollari di cui circa 14 sono destinati a sussidi per artisti e critici. E questo incremento potrebbe far aumentare questa cifra di circa il 30 per cento.