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Forse non tutto è perduto. Roma, nella corsa a capitale della cultura ha, da troppo tempo, ceduto il passo ad altre concorrenti, Milano in testa. Alcuni spiragli sembrano apparire all’orizzonte: l’apertura di spazi indipendenti, l’affermazione di giovani gallerie e il consolidamento di fondazioni storiche. Ma la novità è l’arrivo di una delle gallerie più importanti di New York, Postmasters, che apre la sua nuova sede in via Crescimbeni, a due passi dal Colosseo. Abbiamo fatto qualche domanda alla direttrice Paulina Bebecka.
Dopo un paio di anni di mostre pop up, Postmasters finalmente apre uno spazio tutto suo a Roma. Perchè avete scelto la Città Eterna e cosa pensi della scena del contemporaneo a Roma?
«Roma è un luogo incredibile pieno di storia, vita e arte, ma a differenza di Londra, Hong Kong o Berlino, non è una scelta ovvia per una seconda location della galleria di New York City. Roma ha un particolare fascino, mistero e ha un enorme potenziale di crescita sulla scena artistica contemporanea globale. La scena artistica esistente è vibrante, avventurosa, ma ancora piccola , per questo farne parte è ancora più eccitante. Quello che mi sorprende è che la copertura mediatica internazionale di mostre ed eventi qui è in generale abbastanza minima».
Il primo artista che presenterete è Rafaël Rozendaal, di base a New York. Perché lui e cosa succederà dopo? Quante mostre ospiterete durante l’anno?
«Volevamo mostrare qualcosa di nuovo e diverso dalle mostre di pittura/scultura classica. Postmaster rappresenta Rafaël Rozendaal dal 2012 e questa sarà la sua più grande mostra della serie Haiku fino ad oggi e la sua prima mostra personale a Roma. Le opere in mostra sono dipinte direttamente sul muro, ricordando gli affreschi e i murales, aggiornati per il 21 ° secolo. Inoltre volevamo offrire arte che fosse facilmente collezionabile e personalizzabile. I collezionisti possono scegliere il testo, il colore e le dimensioni dell’Haiku: possono essere enormi o molto piccoli a seconda della posizione. E per tutta la durata della mostra – al momento dell’acquisizione – la prima installazione in giro per Roma è il nostro regalo per il collezionista».
Ho notato l’hashtag #LoveArtToDeath alla fine della tua firma della mail. Che tipo di amanti dell’arte e collezionisti d’arte vuoi attrarre?
«Amiamo tutti l’arte fino alla morte. Tutti, a Postmaster, sono fondamentalmente “ergastolani nell’arte”.
I collezionisti che vorremmo attrarre sono quelli che non hanno paura di guardare, giocare, pensare, che sono avventurosi e che sono aperti a nuove forme di arte, media e concetti».
Siete una grande galleria di fama internazionale. Come descriveresti la vostra mission?
«La nostra mission è fornire un luogo di scoperta per gli spettatori e un luogo di sperimentazione per gli artisti. Mostriamo solo l’arte che è rilevante per il nostro tempo e crediamo fermamente nella nostra programmazione, che si fonda su un’intensa attività di ricerca. Forse è per questo che siamo ancora in giro dopo 35 anni di attività».
Perché non partecipate alle fiere d’arte?
«Abbiamo partecipato a molte fiere nel passato. Al momento ci stiamo prendendo una pausa per rivalutare la nostra strategia riguardo le fiere d’arte. Forse darò un’occhiata più da vicino alle fiere italiane nel prossimo futuro. Vedremo». (Roberta Pucci)