Dopo l’edizione del tutto straordinaria dello scorso luglio 2021 – contraddistinta da un clima ancora incerto a causa della pandemia –, ARCOmadrid festeggia i suoi 40 anni (+1) di attività con un’edizione contraddistinta da rinnovati entusiasmo e voglia di condividere uno spazio di incontro sicuro.
Con 185 gallerie partecipanti (quasi 60 in più dello scorso anno) e varie sezioni speciali, la fiera si conferma come evento imprescindibile nel calendario artistico internazionale e come appuntamento essenziale per il mercato dell’arte in Spagna – basta pensare che il 60% delle vendite annuali in territorio nazionale si concentrano proprio durante la settimana della fiera madrilena.
La direttrice dell’evento Maribel López afferma che «ARCO sta molto bene di salute» – e sembrano farle eco le lunghissime code per entrare in fiera, con un numero di visitatori che ritorna agli standard pre-pandemia. Tra questi, 350 sono collezionisti e 200 professionisti dell’arte invitati dalla fiera per partecipare in un ampio programma di visite e attività.
Aziende private e istituzioni pubbliche sia internazionali che nazionali – tra cui la Comunità di Madrid – aderiscono alle iniziative per promuovere le acquisizioni attraverso l’assegnazione di riconoscimenti di vario tipo, dopo un’edizione (quella di luglio 2021) in cui il numero dei premi era diminuito in modo considerevole. Alcuni sono finalizzati alla produzione di opere; altri premiano invece le proposte in mostra. Tutti hanno in comune la volontà di dare appoggio ad un settore molto complesso, sebbene ciascuno in linea con la mission della propria azienda o istituzione rappresentante.
Tra le varie iniziative di questo tipo, spiccano le acquisizioni pubbliche del Ministero di Cultura e Sport della città di Madrid, che ha comprato opere destinate alla collezione del Museo Nacional de Arte Reina Sofia per un totale di 370.000 euro. Si tratta di 16 opere di 15 artisti – 10 di questi spagnoli: Miguel Bellonch, Antoni Campañà, Patricia Esquivias, Eva Fàbregas, Patricia Gómez e Maria Jesús González, Federico Guzmán, Agustín Ibarrola, Concha Jerez, Antoni Miralda, Maria Thereza Alves, Marwa Arsanios, Cecilia Bengolea, Cian Dayrit e Santiago Yahuarcani.
Il Premio nasce nel 2004 con l’obiettivo di dare un riconoscimento al miglior lavoro presentato in fiera da un artista di età non superiore ai 40 anni. Il prezzo, inoltre, non deve superare i 35.000 euro. La Comunità di Madrid acquisisce l’opera premiata, che entra cosí a formare parte della collezione del Museo Centro de arte Dos de Mayo di Móstoles.
La giuria è stata composta da Marta Rincón (storica dell’arte e responsabile culturale), Armando Montesinos (specialista in arte contemporanea e curatore indipendente), Manuel Segade (direttore del Museo Centro de arte Dos de Mayo), Tania Pardo Pérez (Consigliera per le Arti Plastiche del Ministero della Cultura e del Turismo della Comunità di Madrid e vicedirettore del Museo Centro de arte Dos de Mayo), Asunción Cardona Suanzes (vicedirettrice generale delle Belle Arti della Comunità di Madrid) e Gonzalo Cabrera Martín (direttore generale della Promozione culturale del Ministero di Cultura, Turismo e Sport della Comunità di Madrid). I vincitori del premio sono stati: Cristina Mejías (Jerez de la Frontera, 1986) con Knot the Tongue, Grasp a Stream II (2021), presentata dalla Galleria Rodríguez; Sol Calero (Caracas,Venezuela,1982) con le opere Mesa Servida (2022) e Silla Isadora (2019) presentata da Chert Lüde Gallery; ed Edison Peñafiel (Ecuador, 1985) con Mare Magnvm-Navis I (2022) presentata dalla Galleria Sabrina Amrani.
Il Premio Cerveza Alhambra de Arte Emergente è indirizzato ad artisti emergenti nel panorama nazionale spagnolo. L’iniziativa vuole mettere in luce lavori inediti che trasferiscano lo spirito del marchio attraverso un processo di produzione artigianale, reinterpretato in chiave contemporanea, con l’Alhambra e Granada come punti di partenza.
Una giuria internazionale composta da Alicia Ventura, Iñaki Martínez (curatore indipendente), Beatriz Herráez (direttrice di Artium), Rocío Díaz Jiménez (Direttrice Generale del Board of Trustees di Alhambra e Generalife) e Álvaro Trujillo (Territory Brand Manager di Cervezas Alhambra) ha selezionato 5 artisti finalisti, i quali hanno avuto la possibilità di presentare una nuova produzione presso lo stand Cervezas Alhambra. Si tratta di: Álvaro Albaladejo, Nadia Barkate, Laia Estruch Mata, Fuentesal y Arenillas (Julia Fuentesal y Pablo M. Arenillas) y Lois Patiño. L’opera vincitrice del concorso è stata Zócalo dell’artista catalana Laia Estruch Mata, realizzata in collaborazione con l’artigiano Eloi Bonadona. Si tratta di una struttura cilindrica in ceramica, basata sulla tradizione della ceramica locale del comune di Quart, a Girona, che ricorda uno strumento a fiato e che parte dai tetti forati e a volta delle terme di Palazzo Comares, sull’Alhambra.
In occasione della quindicesima edizione del Premio Illy SustainArt – per artisti latinoamericani nati dopo il 1981 e provenienti da paesi produttori di caffè, una giuria formata da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (collezionista e fondatrice della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino), Catalina Lozano (curatrice indipendente), Pily Estrada (curatrice e addetta culturale dell’ambasciata ecuadoriana a Parigi) e Carlo Bach (Art Director per illycaffè) ha assegnato un riconoscimento di 15.000 euro all’artista Ana Navas, rappresentata dalla galleria tedesca Sperling (Monaco), con l’invito a continuare a sviluppare il suo lavoro.
Nata a Quito ma cresciuta in Venezuela, Navas indaga la genealogia degli oggetti combinando varie forme d’arte, come scultura, video, pittura e performance. La giovane artista, che ora vive e lavora a Rotterdam, utilizza un approccio sia storico che fittizio per mettere in discussione il rapporto tra forma e funzione e tra “originale” e “copia” di oggetti quotidiani e apparentemente innocui.
Lexus partecipa in fiera per il secondo anno consecutivo e premia con una dotazione di 10.000 euro la galleria argentina Rolf Art (Buenos Aires), con opere di Marcelo Brodsky (Argentina, 1954), Sara Facio (San Isidro, 1932) e Andrés Denegri (Buenos Aires, 1975). La giuria era formata da Estrella de Diego (saggista e docente all’Università Complutense di Madrid) e José Luis Blondet (curatore di progetti speciali al LACMA di Los Angeles).
In occasione della sua diciassettesima edizione, il Premio Beep de Arte Electrónico è stato assegnato quest’anno all’opera collettiva Echo, presentata presso lo stand della galleria catalana àngels barcelona e realizzata da Lúa Coderch, Julia Múgica, Lluís Nacenta e Iván Paz. La giuria formata da Fernando Castro Flórez, Marie-France Veyrat, Roberta Bosco e Vicente Matallana ha apprezzato la rivisitazione in chiave contemporanea del mito della ninfa Eco, materializzato in un oggetto post-umano accanto al quale è esibito uno sgabello per permettere l’interazione con lo spettatore. Gli autori dell’opera sottolineano come l’opera funzioni come un corpo tra i corpi, sottolineando la nostra comune difficoltà nel comprendere ciò che ci viene detto.
Per l’ottava edizione del Premio Opening by Allianz, una giuria composta da Yina Jimenez (curatrice Caribbean Art Initiative), Adeena Mey (Afterall Managing Editor), Claudia Segura (curatrice, MACBA Barcelona) e Bernardo Mosqueira (Islaa New Museum Curatorial Fellow) ha deciso che il miglior stand presentato nella sezione della fiera Opening by Allianz dovesse essere quello della galleria milanese East Contemporary, con il duo di artisti Nour Jaouda + Ania Bak. La giuria ha evidenziato il forte carattere curatoriale del display, potente sia dal punto di vista politico che estetico.
Ma a far scalpore in questa sezione, che conta con la partecipazione di 15 gallerie nazionali e internazionali con una attività inferiore ai sette anni, è stata in questi giorni l’opera della giovane artista peruviana Wynnie Minerva (1991) presentata dalla galleria Ginsberg di Lima. Composta da una grande pittura murale e un video, Cerrar para abrir esplora la rappresentazione del corpo in una società patriarcale e diventa un veicolo per Minerva per manifestare la sua identità non binaria.
Patrocinato grazie al contributo di Marcel Pascual, presidente di Honda Greens Power Products, con una dotazione di 15.000 euro, il premio è stato assegnato all’artista Asunción Molinos Gordo rappresentata dalla galleria madrilena Travesía Cuatro (Aranda de Duero, Burgos, 1979). La giuria ha individuato la proposta di Molinos Gordo come la migliore tra tutte quelle esposte in fiera.
Il Premio Martin Miller’s Gin è stato assegnato al progetto dell’artista Marta Palau (Albesa, Lleida, 1934) esposto presso la galleria Walden di Buenos Aires. La giuria era composta da Rosa Ferrer (direttrice, Matadero Madrid), Andrea Bellini (direttore del Centre d’Art Contemporain di Ginevra), Maribel López (direttrice, ARCOmadrid), e il team del Gin Martin Miller composto da Carlos Granja e Carolina Sanz. Marta Palau è un’artista spagnola, nazionalizzata messicana, riconosciuta nel panorama artistico internazionale per i suoi arazzi. Nel corso della sua carriera, ha utilizzato i tessuti per sviluppare una forma unica di espressione artistica: avvicinandosi ai materiali per ripensare sia il pittorico che lo scultoreo.
Il premio nasce da una iniziativa privata di sostegno all’arte contemporanea nel contesto della fiera ARCOmadrid, ed è stato lanciato nel 2017 dalla designer madrilena. Cuando nuestros ojos se tocan (2020) di June Crespo, è il titolo dell’opera vincitrice, esposta allo stand della galleria di Bilbao Carreras Múgica. La seconda parte del premio prevede lo sviluppo, nel corso dell’anno, di un progetto inedito dell’artista che unirà arte e design in un’opera seriale pensata per avvicinare l’arte a un nuovo pubblico.
Non sono mancati inoltri i premi al collezionismo. Attraverso i Premi “A”, La Fundación ARCO ha premiato quest’anno sei collezioni: la Collezione Daniel e Mirella Levinas; la Fondazione María Cristina Masaveu Peterson; la Collezione Susana e Ricardo Steinbruch; la Collezione della Fondazione Otazu; la Collezione Engel e la Collezione Erling Kagge. Questo premio riconosce il valore artistico delle collezioni legati a iniziative private e istituzioni pubbliche, nonché il loro lavoro a sostegno della diffusione dell’arte contemporanea.
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