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Fine dei giochi per l’edizione 2024 di Art Basel (13-16 giugno). Dopo le prime vendite milionarie della preview (che vi raccontavamo nel nostro report d’apertura), si tirano le somme della fiera regina, senza limiti tra sezione principale, Unlimited con le sue opere fuori scala, gli stand curati di Features, i solo show di giovani artisti di Statements e l’arte pubblica Parcours. Ed ecco, a porte appena chiuse, il verdetto sull’affluenza: un totale di 91.000 visitatori e ben 250 rappresentanti di istituzioni e musei, dal MoMA di New York al M+ di Hong Kong. Le vendite? Già durante l’apertura agli addetti ai lavori vi rivelavamo l’aggiudicazione da $ 20 milioni per i Sunflowers di Joan Mitchell nello stand di David Zwirner, in bella compagnia con Abstraktes Bild (Abstract Painting) del 2016 di Gerhard Richter ($ 6 milioni). E così Julie Mehretu fa scintille da White Cube, il suo Untitled del 1999 passa di mano per $ 6,75 milioni, mentre Robert Rauschenberg da Thaddaeus Ropac vola a $ 3,85 milioni, un Untitled (Gray Drawing (Pastoral) di Arshile Gorky, realizzato tra il 1946 e il 1947, tocca quota $ 16 milioni da Hauser & Wirth, la stessa super galleria che assegna Sky with moon di Georgia O’Keeffe per $ 13,5 milioni e Orders di Philip Guston per $ 10 milioni. «A dispetto del “doom porn” che circola tra art press e pettegolezzi», ha commentato il presidente della galleria, Iwan Wirth, «siamo molto fiduciosi nella resilienza dell’art market e già il primo giorno di preview confermava questa prospettiva». Solo per rendere l’idea.
Le parole appena rilasciate da Maike Cruse, direttrice della fiera nella sua sede madre: «Art Basel ha affermato ancora una volta la sua posizione di principale punto di incontro per il commercio d’arte globale», afferma. «La qualità e l’ambizione delle opere presentate quest’anno sono state a dir poco straordinarie e hanno incontrato un’eccezionale affluenza di collezionisti da tutto il mondo che ha portato a vendite eccellenti in tutto il mercato». Non solo la selezione dei booth, ma anche il programma di Parcours, con una sfilza di opere e performance disseminate dalla fiera alle sponde del Reno: «La settimana è stata caratterizzata da una vivace attività sia all’interno dei nostri padiglioni che in tutta Basilea, con un programma pubblico ampliato che ha attirato un’entusiastica partecipazione. Basilea, in quanto sede storica e simbolica di Art Basel, ha dimostrato il suo ruolo vitale di polo culturale e sono entusiasta di guidare questo importante evento verso il suo prossimo capitolo».
Altri numeri significativi della settimana di Art Basel: il recentissimo Rosemary’s Baby di George Condo, anno 2024, è stato venduto per 1,95 milioni da Sprüth Magers. La galleria ha ravvisato «una grande energia da collettore e curatori sia in fiera sia in giro per la città». E restiamo su opere fresche da Thaddaeus Ropac, che assegna Welten, die es nicht gab, mit Filzhut di Georg Baselitz, del 2023, per $ 1 milione, mentre Galleria Continua vende tra gli altri Prussian Blue di Anish Kapoor, 2023, per $ 750.000 e Color and Light di Michelangelo Pistoletto, 2021, per $ 320.000, Washer di William Kentridge del 2024 trova un acquirente (una fondazione privata in Belgio) da Goodman Gallery per $ 600.000. Bellissimo l’Adrian Ghenie del 2024, titolo Museum Scene, che Galeria Plan B vende per € 900.000 («Abbiamo registrato un mix tra l’interesse per gli artisti già acclamati e i nuovi talenti da scoprire», racconta dalla galleria Mihaela Lutea, alla fine della fiera).
Tra gli stand più altisonanti, nel 2024, senza dubbio quello di Lévy Gorvy Dayan, che portava tra gli altri un enorme Tom Wesselman (asking price oltre i $ 6 milioni) e un grande vaso di Fontana (asking price $ 5,8 milioni). «Tengo davvero molto a creare ogni anno un’esperienza unica per i collectors», rivela in chiusura la co-founder Dominique Lévy. «Dà ispirazione vedere come i collezionisti hanno recepito questo sforzo, con nuove scoperte al di là della propria area di interesse». Poi, a proposito dell’affluenza: «Questa è stata un’edizione caratterizzata da un pubblico in buona parte europeo, è stata una settimana vivace e ci ha permesso di mettere in contatto clienti vecchi e nuovi». Una dichiarazione perfettamente in linea con la visione di Luigi e Davide Mazzoleni, gallery owner e CEO di Mazzoleni, che hanno avviato «nuove relazioni con collezionisti, curatori e istituzioni che non si trovano in altre fiere».
Ancora una testimonianza a caldo, quella di Christl Novakovic, Head of Wealth Management for Europe, the Middle East and Africa and Chair of the UBS Art Board: «È stata una gioia entrare in contatto con i clienti e con la comunità artistica globale per celebrare i nostri 30 anni di partnership con Art Basel e l’impegno condiviso per il collezionismo. Nell’ambito delle nostre attività estese di quest’anno, abbiamo co-presentato installazioni pubbliche nella città di Basilea, al Merian e presso la nostra filiale di Claraplatz, come parte di Parcours, portando le opere di alcuni dei principali artisti del nostro tempo a un nuovo pubblico. È fantastico vedere il potere dell’arte, capace di unire e di ispirare».
Si chiude il sipario sull’edizione 2024 di Art Basel.