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Art Basel Hong Kong 2024 gioca in grande: gli ultimi dettagli sulle sezioni e i progetti
Mercato
di redazione
Con 243 gallerie provenienti da 40 Paesi, la prossima edizione di Art Basel Hong Kong, in apertura al centro congressi HKCEC dal 28 al 30 marzo 2024, con preview il 26 e 27, ritorna stabilmente ai numeri ai quali ci aveva abituati prima della pandemia, giungendo così all’apice di un percorso di risalita annunciato già lo scorso anno, quando le gallerie furono 177. Nutrita la sezione delle gallerie italiane, con Alfonso Artiaco, Cardi Gallery, Galleria Continua, Massimodecarlo, Galleria d’Arte Maggiore G.A.M., Mazzoleni, Francesca Minini, Massimo Minini, Franco Noero, Peres Projects, Tornabuoni Art, Lorcan O’Neill, Umberto Di Marino.
Ma l’ambizione, per il complesso fieristico controllato dagli svizzeri di MCH Group, è quello di affermarsi sempre più come brand in grado di dialogare con l’infrastruttura della città, grazie a un caleidoscopico calendario di progetti collaterali, in collaborazione con enti e istituzioni del territorio. E per raggiungere l’obiettivo è necessario giocare in grande.
Encounters e M+ Facade: i progetti ad alto impatto di Art Basel Hong Kong 2024
Per esempio, per Encounters, la sezione incentrata sulle installazioni su larga scala, curata da Alexie Glass-Kantor, sono in programma 16 progetti, di cui 11 appositamente commissionati per la fiera e diversi dedicati ad artisti d’area asiatica.
È il caso di Haegue Yang, artista sudcoreana rappresentata dalla Galleria Kukje (Seoul, Busan), da kurimanzutto (Città del Messico, New York) e da Chantal Crousel (Parigi), che presenterà Contingent Spheres, composta da due delle sue sculture antropomorfe in rattan che richiamano il motivo tessile tradizionale delle Filippine del Binakol. Da Singapore viene invece Ming Wong, rappresentato da Ota Fine Arts (Shanghai, Singapore, Tokyo), che realizzerà un’installazione scultorea di due semisfere sulle quali saranno proiettati filmati d’archivio riferiti all’utilizzo del ping pong come strumento diplomatico dagli Stati Uniti e dalla Cina a partire dagli anni ’70.
Occhio anche all’India, che ha appena superato proprio Hong Kong nell’indice del mercato azionario, con una capitalizzazione complessiva delle borse che ha raggiunto i 4.330 miliardi di dollari. Dal subcontinente viene Jitish Kallat, rappresentato da Templon (Parigi, Bruxelles, New York) e tra gli autori più influenti dell’area, già direttore artistico della Biennale Kochi-Muziris del 2014 e parte del consiglio di amministrazione della India Foundation for the Arts, che ad Art Basel Hong Kong 2024 presenterà Wind Study (Hilbert Curve), una serie di intricati disegni di grandi dimensioni realizzati con fuoco, vento, fumo e inchiostro
Encounters farà tappa anche fuori sede, al Pacific Place, un centro commerciale che ospita oltre 160 negozi e boutique e un importante grande magazzino. Qui, con il supporto di Swire Properties, tra i più importanti sviluppatori immobiliari di Hong Kong, sarà ospitata un’installazione dell’artista aborigeno, di base a Sydney, Daniel Boyd, rappresentato da Kukje Gallery and Station (Melbourne, Sydney).
Altra tappa esterna, quella del progetto site specific per la facciata del Museo M+. La commissione, sponsorizzata da UBS, Global Lead Partner di Art Basel, è stata affidata Yang Fudong. L’artista e regista cinese, classe 1971, presenterà un suo film in bianco e nero girato a Hong Kong, intrecciando riprese dai borghi marinari e dalle strade notturne delle città. E anche se la M+ Facade non ha audio, Yang ha sottolineato che l’opera sarà tutt’altro che silenziosa;
Scoperte da Kabinett
Ritorna anche Kabinett, una delle sezioni più caratterizzanti di Art Basel Hong Kong, che ha fatto il suo debutto nella tappa di Basilea per la prima volta solo nel 2023 e che permette alle gallerie di presentare un progetto tematico parallelo a quello del booth. Nel 2024 saranno 33 gli espositori che prederanno parte alla sezione.
Da segnalare la proposta della Galleria Johyun (Busan), con una recente serie di dipinti del compianto maestro sudcoreano Park Seo-Bo. Da tenere presente anche Pinaree Sanpitak, l’artista tailandese vivente più importante, presente anche al Padiglione Centrale della Biennale di Venezia del 2022. Ad Art Basel Hong Kong 2024 è rappresentata da Yavuz Gallery (Singapore, Sydney). Gli irriducibili dell’avanguardia apprezzeranno la proposta della galleria Annely Juda Fine Art (Londra), che presenterà delle opere su carta del Maestro suprematista Kasimir Malevich, oltre a opere di Alexander Rodchenko, Alexandra Exter, Naum Gabo, Elena Semenova e Gustav Klucis.
Film e talk
Curato dall’artista multimediale e produttore cinematografico Li Zhenhua, il programma cinematografico presenterà dieci proiezioni, in collaborazione con il canale video culturale Nowness Asia e con Videotage, una delle principali organizzazioni no-profit della regione dedicata alla video arte. Tra i pezzi forti, Sex (2021), il primo grande lavoro cinematografico dell’artista tedesca Anne Imhof, rappresentata da Sprüth Magers (Berlino, Londra, Los Angeles, New York). Caratterizzato dal suo inconfondibile, oscuro linguaggio visivo, Sex è una composizione di filmati realizzati durante il primo capitolo dell’omonimo ciclo di performance, svolto alla Tate Modern a marzo 2019. Una immersione nella tumultuosa Cina del XX Secolo proporrà A New Old Play (2021), opera del regista Qiu Jiongjiong, rappresentato da Star Gallery (Pechino).
Immancabile la sezione dedicata ai talk, Conversations, che si svolgerà nell’auditorium dell’HKCEC dal 27 al 30 marzo e sarà curata da Stephanie Bailey, scrittrice, editrice e consulente per i contenuti asiatici di Art Basel. In programma 11 panel con relatori provenienti da oltre 15 Paesi. Ne promette delle belle la discussione tra i leggendari artisti giapponesi Shinro Ohtake e Takashi Murakami, organizzata con Art Week Tokyo, la rete di gallerie della città nipponica che con Art Basel ha già sviluppato vari progetti. Ma anche la tavola rotonda moderata dal responsabile artistico del centro culturale e artistico Tai Kwun, Pi Li, alla quale parteciperanno vari collezionisti tra cui Uli Sigg, il decano del collezionismo occidentale dell’arte cinese contemporanea.