Categorie: Mercato

Art Basel Miami Beach torna a dicembre con 283 gallerie

di - 9 Luglio 2024

Prima la Classic Week di Londra, segue la Monaco Art Week, poi triplice fischio finale. L’art market internazionale va in vacanza, ma inizia a sparpagliare le tracce per un ritorno in grande stile. È il caso del gigante Art Basel, che ha appena annunciato i primi dettagli per la prossima edizione di Miami Beach, la prima diretta da Bridget Finn. Quando? Dal 6 all’8 dicembre 2024, con giornate di preview il 4 e il 5 dicembre. Le protagoniste assolute: 283 gallerie da 34 Paesi, con quasi due terzi degli espositori che provengono dall’America – spaziando tra gallerie giovani, di medie dimensioni e titani blue-chip provenienti da Stati Uniti, Canada, Messico, Brasile, Argentina, Colombia, Guatemala, Perù e Uruguay. 32 le new-entries in totale, vale a dire il maggior numero di “nuovi arrivati” ​​della fiera dal lontano 2008.

«Abbiamo un elenco eccezionale di gallerie che partecipano al nostro show di Miami Beach quest’anno, provenienti da tutti gli angoli delle Americhe, Europa e Asia», rivela alla stampa Bridget Finn, Director di Art Basel Miami Beach. «Le proposte in Nova, Positions e Survey sono di qualità e ambizione eccezionali, ed è chiaro che le gallerie del settore principale non si tireranno indietro a dicembre, portando il meglio del meglio a questa fiera importantissima nel principale mercato dell’arte al mondo».

Non si tireranno indietro, e anzi, sono ben 25 le gallerie che entreranno per la prima volta nel settore principale (per un totale di 227 gallerie). Favorite senz’altro da un’agevolazione da parte della stessa fiera, che permette di opzionare un minimum-size booth (un nuovo stand di dimensioni minime) per essere più accessibile, anche alle piccole e medie realtà. Non solo: le gallerie beneficiano inoltre di uno sliding scale pricing system, un listino prezzi esistente dal 2019 in base al quale le gallerie con uno stand più grande pagano di più al metro quadro rispetto alle gallerie con uno stand più piccolo. Per finire, cinque gallerie hanno optato per uno stand in condivisione, un modello introdotto da Art Basel nel 2019.

Bridget Finn. Photo by James Jackman. Courtesy Art Basel

«Era incredibilmente importante», prosegue Finn, «che ritagliassimo un percorso più equo per la partecipazione delle gallerie di piccole e medie dimensioni che entrano nel settore principale di questo show, e la prova è nello straordinario numero di nuovi arrivati ​​che si uniscono a questa edizione. Restiamo super agili e in sintonia con le mutevoli e individuali esigenze delle nostre gallerie e dei loro artisti, e impegnati a creare un’esperienza assolutamente imperdibile per loro e per i collezionisti, i musei e le fondazioni, i principali partner culturali e i visitatori di Miami Beach e di tutto il mondo».

Qualche anticipazione del settore Galleries, allora – che include ovviamente anche i colossi blue-chip come David Zwirner, Pace Gallery e Hauser & Wirth. Partiamo da Gallery Wendi Norris (San Francisco), una delle new-entry assolute della fiera. La sua selezione? Una presentazione di opere dell’artista contemporanea di origine cubana María Magdalena Campos-Pons, perfettamente in dialogo con rari dipinti della surrealista spagnola Remedios Varo. Nuova partecipazione anche per eeahn Gallery (Daegu, Seoul), con una selezione di opere di artisti contemporanei coreani le cui pratiche affrontano in modo critico l’eredità del Dansaekhwa, la pittura monocromatica coreana. I nomi del booth: gli artisti del dopoguerra Lee Kun-Yong, Lee Kang-So e Yoon-Hee, che incontrano le voci più giovani Nam Tchun-Mo, Lee Jin-Woo, Kim Taek-Sang e Kim Keun-Tai.

A proposito degli altri settori della fiera, invece: c’è Nova, che mette in mostra le gallerie più giovani presentando opere create negli ultimi tre anni da un massimo di tre artisti; poi Positions, dedicata alle vetrine personali di gallerie e artisti emergenti; Kabinett, il settore per presentazioni strettamente curate esposte dalle gallerie, ma in una sezione separata del loro stand principale; e ancora Survey (con 17 gallerie), che presenta proposte curatoriali altamente singolari di opere storicamente rilevanti create prima dell’anno 2000. Meridians, il settore della mostra dedicato a progetti che trascendono il tradizionale stand fieristico, sarà curato per la prima volta quest’anno da Yasmil Raymond, curatrice indipendente e direttrice uscente di Portikus e rettore della Hochschule für Bildende Künste-Städelschule. Raymond succede a Magalí Arriola, che ha supervisionato con successo il settore e la sua maturazione sin dalla sua introduzione nel 2019.

Appuntamento a Miami, con l’edizione 2024 della regina della fiere.

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