Un anno fa era il tempo della banana di Cattelan, quella attaccata al muro con uno strappo di scotch e venduta da Perrotin fino a 150mila dollari. Ci trovavamo, un anno fa, a ripensare ancora una volta al concetto di “arte”, ci perdevamo in elogi e speculazioni, e intanto la banana veniva criticata, osannata, perfino mangiata; qualche mese dopo Damien Hirst diceva di volerne una copia e, a settembre, una versione di Comedian veniva donata al Guggenheim Museum da un collezionista senza nome (alla faccia dei detrattori, sì). Un anno fa, insomma, era Art Basel Miami, quella dei booth patinati, che dava tanto da parlare. Ma bando ai sentimentalismi. Vediamo come si svolgerà l’edizione 2020 del colosso MCH Group: in versione digitale – neanche a dirlo – come le sorelle di Basilea e Hong Kong, anche se per mesi si è sperato in un ritorno in vecchio stile.
Ed eccoci allora, le ormai note Online Viewing Rooms aprono le porte al pubblico. Dopo le giornate riservate alle vip preview, da oggi – h. 16 italiane – gli stand virtuali saranno visibili a tutti, previa registrazione sul sito www.artbasel.com. Che cosa vedremo, quindi? «Mostre della massima qualità», dice Noah Horowitz, Director Americas di Art Basel, riferendosi agli oltre 250 stand virtuali provenienti da 30 Paesi. Diamo uno sguardo a qualche anticipazione.
Up Close and Personal è la presentazione di Hauser & Wirth che esporrà, tra le altre, opere di Jenny Holzer, David Smith, Simone Leigh e Philip Guston, sia nelle sale online che nel suo spazio newyorkese; ma anche un’opera di Nicolas Party, che proprio questa settimana, da Christie’s, ha segnato un nuovo record d’asta. Il progetto, spiegano da Hauser & Wirth, mette in evidenza il lavoro degli artisti statunitensi della galleria, tentando ancora una volta di colmare il divario tra mondo fisico e virtuale.
Tornabuoni Art, dal canto suo, va in scena con Beyond the Canvas: Avant-garde Italian Art, una selezione di opere di artisti iconici Post-War che hanno rivisitato la pittura. Tra gli altri, Carla Accardi, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Lucio Fontana, Emilio Isgrò e Paolo Scheggi. «Gli artisti italiani di questo fecondo periodo hanno trattato la pittura come un esperimento creativo», riferiscono dalla galleria. «Hanno trafitto, tagliato, spinto, spinto, tirato e infine abbandonato la tela, esprimendo nuovi linguaggi artistici, ampliando i confini ed esplorando le proprietà fisiche di questo mezzo, creando opere che continuano a influenzare le generazioni di artisti successivi».
Rosebud, invece, è il nome della mostra di Massimo De Carlo, con una serie di opere che «sotto la loro pelle dall’aspetto scintillante nascondono significati misteriosi e una sensazione di declino». Quello che vediamo – sembra suggerirci il percorso espositivo – non è sempre come appare. Un esempio per tutti, i lavori di artisti come Günther Förg, Tomoo Gokita e Nate Lowman: prevale il rosa, sì, il colore dell’infanzia, del gioco, dell’amore, ma stavolta è usato per descrivere la paura, la perdita, il suicidio.
Tra le tantissime proposte – quelle di 255 gallerie, per essere precisi – ci soffermiamo infine su un’iniziativa che ha catturato la nostra attenzione: quella di Latitude – Platform for Brazilian Art Galleries Abroad, una partnership tra ABACT (Brazilian Association of Contemporary Art) e Apex-Brasil (Brazilian Trade and Investment Promotion Agency) che sostiene, a dicembre, la partecipazione di alcune gallerie brasiliane tra Art Basel Miami, UNTITLED e PINTA MIAMI LIVE.
«La pandemia sta cambiando il mondo così come lo conosciamo, ridefinendo le modalità di accesso all’arte», spiega Luciana Brito, presidente dell’Associazione Brasiliana delle Gallerie d’Arte Contemporanea Art Basel – OVR: Miami Beach. «In un periodo così innovativo per il mercato dell’arte, il sostegno da Latitude alle gallerie brasiliane che partecipano virtualmente alle iconiche fiere d’arte di Miami è inestimabile. Le sale di visualizzazione online offrono opportunità senza precedenti di accesso da parte di un pubblico diversificato e internazionale e siamo entusiasti di condividere gli incredibili progetti di arte contemporanea presentati dalle gallerie brasiliane».
Un’esperienza che, senza Latitude, non sarebbe stata possibile; e invece saranno ben 12, in questi giorni, le gallerie brasiliane a sfilare tra i booth di Art Basel Miami 2020. Questi i loro nomi: A Gentil Carioca (Rio de Janeiro), Bergamin&Gomide (San Paolo), Casa Triângulo (San Paolo), Fortes D’Aloia & Gabriel (San Paolo), Galeria Luisa Strina (San Paolo), Mendes Wood DM (San Paolo), Galeria Millan (San Paolo), Galeria Nara Roesler (San Paolo), Galeria Kogan Amaro (San Paolo), Simões de Assis Galeria (Curitba / San Paolo), Galeria Vermelho (San Paolo) e Central Galeria (San Paolo).
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