«Un muro è sempre stato il posto migliore per pubblicare il proprio lavoro», scriveva Banksy, il volto misterioso della Street Art, sulle prime pagine di Wall and Piece. E lo sa bene anche Artcurial, la principale casa d’aste francese che proprio domani vedrà sfilare nomi come Invader, Keith Haring e Futura2000 nella sua attesissima Urban & Pop Contemporary.
«La Street Art è un’arte veramente universale che si può trovare ovunque – da Rio a Berlino – e il cui posizionamento sta cambiando con grande rapidità sul mercato dell’arte», spiegava pochi mesi fa Thierry Ehrmann, presidente e fondatore di Artmarket.com e Artprice. «È un mercato che ha impiegato 15 anni per consolidarsi e che sta finalmente raggiungendo la maturità. Ora costituisce un segmento a sé stante, con le sue stelle e i suoi capolavori; ma anche numerose edizioni, alcune più importanti di altre… alcune più accessibili di altre». Ce lo conferma – ancora una volta – l’incanto di Artcurial, la casa d’aste che, solo nel 2019, ha organizzato ben quattro sessioni legate ai maggiori writers internazionali. Basta un rapido sguardo al catalogo di domani [qui] per scoprire le stime più disparate, da un dipinto su cartone di Rammellzee (valutazione: 50.000-70.000 euro) a Obey Black Panther (2005) di Shepard Fairey (valutazione: 300-400 euro), dal Rubik Space (2005) di Invader (valutazione 400.000-600.000 euro) a Sweet Dreams (2016) di Blek Le Rat (valutazione: 600 – 800 euro).
«Abbiamo pensato a un’asta che potesse attirare anche giovani collezionisti», ci racconta la direttrice di Artcurial Italia Emilie Volka durante una visita in anteprima, a Milano, di alcune opere dell’incanto. Ed ecco che un’arte nata sui muri, in un ambiente urbano, va a incrementare gallerie, mostre, collezioni private, con un target sempre più vario, straordinariamente segmentato. Ma in che modo quelle opere di strada vengono commercializzate? Tramite fotografie che testimonino gli interventi negli spazi pubblici, ad esempio; con piccoli disegni o serigrafie basate su creazioni della strada, come i micro-mosaici su copertina di libro di Invader che sfileranno all’asta di domani; e non dimentichiamo infine la possibilità, per un writer, di sviluppare un corpo di dipinti e sculture parallelo rispetto alle sue opere urban (Devolved Parliament di Banksy, venduto da Sotheby’s per 11 milioni, vi dice qualcosa?).
Nuovi record, un pubblico sempre più diversificato, i suoi protagonisti venerati come rockstar: la Street Art piace, sempre più, e il suo mercato sembra non conoscere crisi. Nel report di ottobre, ArtMarket cita Invader (4 milioni di dollari nel 2019), Stik (1 milione di dollari) e Obey (con 1 milione di dollari e più di 700 lotti all’asta nel 2019) come big del settore. Ma il posto d’onore lo occupa – senza sorpresa – l’inarrestabile Banksy, con una resistenza straordinaria agli sconvolgimenti del presente. Jonone, Mr Brainwash, Futura 2000, Vhils e JR si trovano invece qualche gradino più sotto, nella scala delle decine di migliaia di dollari annuali.
Ma torniamo alla casa d’aste francese che, dal canto suo, continua a tenere alto il nome dell’Urban Art, con un dipartimento specifico guidato da Arnaud Oliveux e importanti record di vendita che si susseguono senza indugio dal 2008. Un esempio per tutti, Rubik Mona Lisa (2015) di Invader: lo scorso febbraio, poco prima dello scoppio della pandemia, l’opera è stata battuta a 480.200 euro, segnando il record mondiale per la serie “Rubik Masterpiece”. Anche il nome di Shepard Fairey si lega con successo a quello di Artcurial, dove l’artista aveva registrato il primo record per la vendita di una sua opera in asta (poi superato, nel 2018, con Liberté, égalité, fraternité, passata di mano per 232.200 euro).
Storia simile, protagonisti diversi: nel dicembre del 2017 How to make a bom (1985) di Rammellzee aveva trovato un acquirente, da Artcurial, per 117.000 euro. E chiudiamo in bellezza con il misterioso della Street Art: la cifra più alta mai conseguita da un’opera di Banksy, nella casa d’aste francese, risale al 2018, con la vendita di Kill Mom? (2003), aggiudicata per 617.650 euro.
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M.E.R.d.A. ‒ Manifesti Elettorali Rettificati da Asporto. Manifesti elettorali dei partiti politici e dei loro candidati che vengono strappati via per essere poi rettificati in un secondo tempo, e quindi esposti nelle occasioni che mi si presentano. Tra i primi in assoluto ci sono quelli con la scritta “Liberà” e quello dei “DS” (esposto anche per un’asta all’Artcurial di Parigi nel 2001). https://www.artcurial.com/en/lot-pino-boresta-ne-en-1962-mer-ndeg6-serie-delle-smorfie-2001-collages-sur-affiche-electorale