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Martedi 26 e mercoledì 27 novembre, a Milano, da Sotheby’s avrà luogo il secondo appuntamento dell’anno con l’Arte Contemporanea.
Dopo l’edizione dello scorso aprile, la sede milanese riaprirà le vendite all’ incanto con una selezione di capolavori provenienti interamente da collezioni private italiane, proponendo opere di artisti nazionali e internazionali, dal dopoguerra fino ad arrivare ai giorni nostri.
La serata di apertura di ieri, giovedì 21 novembre, ci ha guidato attraverso un grand-tour tra i linguaggi e i maestri del contemporaneo italiano e internazionale. Nella prima sala infatti, i concetti spaziali di Lucio Fontana, le nature morte di Giorgio Morandi e i bandage di Salvatore Scarpitta ci hanno potuto indirizzare verso le correnti dell’Arte Povera presenti nella seconda sala, con tappe obbligate tra i lavori di artisti come Alighiero Boetti, Jannis Kounellis e Pier Paolo Calzolari. Uscendo poi dai confini italiani per addentrarci in acque internazionali, il top-lot di Cy Twombly ci ha trasportato invece in un percorso ragionato tra i suoi colleghi del Black Mountain College che, insieme con altri, hanno contribuito ad alimentare l’entusiasmo e le attese per il prossimo martedì. Joseph Albers, Robert Indiana, Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Yves Klein e Kenneth Noland – presenti nella seconda sala espositiva – sono solo alcuni dei nomi dei maestri del che troveremo alla vendita serale di martedì.
Stimata tra un milione e 200mila e un milione e 800mila euro, l’opera di Cy Twombly dominava la prima sala, una tela in matita e pastelli a cera, pittura per interni e biro su carta. L’opera, appartenuta alla collezione del noto mecenate Giorgio Franchetti per essere poi acquistata, nel 1964, dagli attuali proprietari, è descritta nel catalogo attraverso una citazione di Roland Barthes che riesce a renderne perfettamente i caratteri formali: “Ciò che succede sulla scena proposta da Twombly (tela o carta), è qualcosa che partecipa di diversi tipi di avvenimenti, che i greci distinguevano molto bene nel loro vocabolario: succede un fatto (pragma), una casualità (tyche), un fine (telos), una sorpresa (apodeston) e un azione (drama)”.
Un collezionista bolognese ha proposto invece un Hartung del 1962 – che ieri sera abbiamo potuto vedere nella prima sala – analogo ma minore per dimensioni a quello battuto, lo scorso aprile, ad una cifra che ha superato i 600mila euro. Questa volta l’opera, titolata “T1962k17” è stimata tra i 170milla e 200mila euro.
Salvatore Scarpitta poi, fresco di record londinese (Housing Developed è stato aggiudicato ad aprile a Londra per un valore vicino ai tre milioni), lo troveremo alla vendita serale di martedì con Untitled, un bandage appartenuto alla celebre Galleria dell’Ariete di Milano, datato 1958 e stimato 800mila euro.
Affianco al bandage di Scarpitta e al Concetto Spaziale di Fontana, era il Bianco Cretto di Alberto Burri, datato 1973 e stimato 550.000-750.000 Euro. Nella seconda sala invece, abbiamo potuto osservare due tele di Giorgio De Chirico, entrambe del 1929, che troveremo alla vendita di martedì con un valore stimato tra i 220.000-300000 Euro. Di Giorgio Morandi erano invece le tre nature morte, valutate tutte tra i 600.000 e gli 800.000 Euro, tra le quali Natura Morta del 1957, già in mostra a Londra alla Royal Academy of Arts nel 1970-71.
Nella terza sala era esposta infine una bella collezione privata milanese di Ceramiche di Melotti risalente agli anni Cinquanta e Sessanta, che sarà in asta mercoledì. Oltre a questa, le opere di Lucio Fontana: una magnifica terracotta smaltata buchi e graffito stimata 200.000- 300.000 Euro e un Concetto Spaziale in verde, dello stesso anno, già proveniente dallo Studio Marconi (est. 500.000-700.000 Euro) e i lavori di Santomaso, Vedova, Afro e Lombardo.