È online l’Art Price Report, il report annuale di Artprice by ArtMarket che dà il metro del mercato dell’arte contemporanea. Il report di quest’anno (22esimo) conferma il trend positivo di un settore dell’arte il cui mercato ha registrato una crescita del 1.800% nel giro di 19 anni. Un mercato globale che se nel 2000 aveva totalizzato 103milioni, nel 2019 ha realizzato 1.9miliardi.
Si tratta di una rapida crescita delle vendite nel corso di 20 anni, con un indice dei prezzi aumentato del 22% nel 2018-2019. Forte la crescita del mercato secondario, attestata da un incremento di fatturato, lotti venduti e indice dei prezzi generali. L’arte contemporanea è così diventata una fonte d’investimento proficua, configurandosi come un asset alternativo.
Con un fatturato raddoppiato in 10 anni, il mercato globale dell’arte si concentra tra Stati Uniti, Regno Unito, Hong Kong e Cina, paesi nei quali si concentra l’89% del mercato secondario globale di arte contemporanea. Mentre Stati Uniti e Asia rappresentano il 66% delle vendite globali, il Regno Unito vede diminuire la propria fetta, con una diminuzione del 20% rispetto all’anno precedente. Nonostante ciò, e nonostante l’imminente Brexit, Londra continua a costituire un importante centro sia per l’offerta di Old Masters che di Contemporary Art, come ha dimostrato la recente vendita di Devolved Parliament. Eccellenti risultati per Hong Kong, che da sola rappresenta quasi il 14% delle vendite globali, con un fatturato di 247,7milioni di dollari. Tra le top europee, l’Italia è al terzo posto, con un fatturato di 11,8milioni di dollari.
Riguardo le case d’asta, il 70% del fatturato è generato da Christie’s, Sotheby’s e Phillips, con Sotheby’s in testa che realizza un fatturato di 623 milioni di dollari.
Circa la questione gender, sono solamente 12 le donne che rientrano tra i primi 100 artisti contemporanei classificati per fatturato d’asta nel 2018-2019, mentre solo il 4% di esse è tra i primi 100 risultati delle aste di arte contemporanea. Per il fatturato d’asta realizzato da artiste, Jenny Saville è al primo posto, seguita da Cecily Brown e Julie Mehretu.
Nonostante quello dell’arte contemporanea sia un mercato diversificato, esso resta relegato tra pochi nomi, con il 64% del fatturato globale che si concentra tra 50 artisti. Le 71mila opere vendute nel giro di un anno sono di quasi 22mila artisti, ma solamente 500 di essi genera l’89% del fatturato globale (1.68 miliardi). Tre gli artisti cardine: Jeff Koons, Jean-Michael Basquiat e KAWS, che da soli valgono il 19% del fatturato globale d’asta (362.7milioni).
Cresce l’interesse per l’arte contemporanea africana, la cui domanda è aumentata in particolar modo negli ultimi due anni. Occhi puntati su El Anatsui, il cui lavoro è al primo padiglione del Ghana alla Biennale di Venezia insieme a quelli di Ibrahim Mahama, Felicia Abbas, Lynette Yiadom-Boakye, John Akomfrah e Selasi Awusi Sosu. Allo stato attuale è Chéri SAMBA ad attirare l’attenzione, con la metà dei dieci migliori risultati realizzati nelle “African Art Sales”.
Fonte: Artprice Report 2019 (1 giugno 2018-30 giugno 2019)
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