Settimane calde per l’Arte Moderna e Contemporanea in Italia, si sfidano una dopo l’altra le case d’aste nostrane. Ora è il turno di Sotheby’s che mercoledì 22 novembre, a Milano, vedrà esitare i lavori di Dorazio, di De Chirico, di Vezzoli. «Da molte stagioni, ormai, assistiamo a un crescente entusiasmo da parte dei collezionisti di tutto il mondo per le opere italiane», spiega Lorenzo Rebecchini, Head of Sales, Contemporary Art, il merito va «alla loro capacità unica di fornire un’istantanea della ricca storia dell’Italia e allo stesso tempo una rappresentazione del più ampio canone storico dell’arte». Ed eccoli, pronti a sfilare sul rostro di Palazzo Serbelloni: oltre 50 lotti, con una certa predilezione per il dopoguerra, per la Scuola Romana, per gli esponenti dell’Arte Povera. C’è ovviamente Mario Schifano, che proprio da Sotheby’s, nel 2022, toccava il tetto di $ 2,3 milioni – il monocromo Da Capo, quest’autunno, potrebbe raggiungere € 400.000. E così Alighiero Boetti, che da Sotheby’s New York, esattamente un anno fa, fissava il record assoluto con una mappa da $ 8,8 milioni. A illuminare il catalogo, con i suoi apostrofi come lampi su una superficie blu, troviamo stavolta un monumentale Ammazzare il tempo, anno 1983. La stima: € 400.000-600.000.
Un raro Fausto Melotti del 1970, La festa, 140 cm d’altezza (stima: € 200.000-300.000), una Luna nel deserto di Afro (stima: € 120.000-180.000), una polaroid di Ghirri (stima: € 2200-2800), tra le chicche della selezione. Poi i top lot assoluti, gli stessi nomi che risuonano nelle aste internazionali.
È ancora Giorgio Morandi a fare la voce del leone (già Longhi, a suo tempo, lo definiva il maggior artista italiano): nel 2022, da Sotheby’s Milano, una natura morta del pittore bolognese si aggiudicava il titolo di opera più costosa mai battuta in Italia, con un prezzo record di € 3,4 milioni. Lo ritroviamo un anno più tardi con un soggetto analogo – le bottiglie mai uguali a sé stesse, i vasi a tinte tenui – perfettamente in linea con la grande retrospettiva in corso a Palazzo Reale. «Mi ci vogliono settimane per decidere quale gruppo di bottiglie andrà bene con una particolare tovaglia colorata», diceva Morandi. «Poi ci vogliono settimane per pensare alle bottiglie stesse, eppure spesso sbaglio ancora gli spazi. Forse lavoro troppo in fretta? Forse tutti lavoriamo troppo in fretta al giorno d’oggi. Una mezza dozzina di quadri sarebbe appena sufficiente per la vita di un artista». Eppure da gennaio ad oggi, nelle transazioni internazionali, Artprice conta 44 lotti venduti a suo nome. La valutazione pre-incanto, questa settimana: € 1-1,5 milioni. Ed è in ottima compagnia.
Bellissimo il piccolo Fontana dorato, L’oro è bello come il sole, l’avamposto meneghino lo propone per € 800.000-1,2 milioni – proprio mentre a New York, sempre da Sotheby’s, La Fine di Dio in bianco vola dritta a $ 20,6 milioni. E poi ancora Guglielmo Castelli (stima: € 30.000-40.000), i colori cangianti di Salvo (due opere in catalogo, stima € 50.000-70.000 ciascuna), un Teatrino di Fontana, «un po’ alla moda delle cose della Pop Art», lo diceva l’artista (stima: € 300.000-400.000). L’appuntamento è a Milano, con i grandi nomi dell’Arte Moderna e Contemporanea italiana.
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