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Questa nuova classifica di top price è dedicata a Tom Wesselmann (1931–2004), artista americano conosciuto per il suo iconico contributo all’esplosione della Pop Art. Nato a Cincinnati, Ohio, si trasferisce a New York per seguire i corsi d’arte della Cooper Union. Nelle sue opere, l’artista raffigura delle nuove provocanti dive e riproduce oggetti simbolici come telefoni o sigarette; che rappresentino uno status o che siano di uso comune immortalati da Wesselmann, questi oggetti perdono la loro soggezione al passare del tempo per creare una nuova estetica. I suoi Great American Nudes sono diventati infatti delle icone pop americane, la classicizzazione di un’epoca fatta di plastica, cartone e metallo. Per quanto riguarda le aste, il mercato in cui è maggiormente valorizzato, naturalmente, è quello americano. Tuttavia, la grande mostra realizzata il prossimo autunno dalla Fondazione Louis Vuitton Pop Forever Tom Wesselmann &… (dal 16 ottobre), che utilizzerà il lavoro dell’artista come punto di partenza per sviluppare una presentazione più generale sulla Pop Art, ravviva un già caldeggiato interesse del mercato europeo nei confronti delle sue opere, che infatti non sono troppo rare da incontrare in fiera (a partire, quest’anno, da Brafa e da Art Basel a Basilea). Attualmente, i suoi record risalgono tutti al biennio 2007-2008.
Great American Nude No. 48, 1963. $ 10,7 milioni
Da Sotheby’s New York, durante la Contemporary Evening Auction del 14 maggio 2008, Great American Nude No. 48 ha raggiunto un prezzo stellare per il mercato dell’artista, aggiudicata dal suo proprietario per $ 10,7 milioni. Pur essendo altamente provocatorio per il grande pubblico di allora, il pittore ha sempre negato qualsiasi intenzione di sfruttare l’erotismo nella sua serie di nudo. Bisogna ricordare che nei primi anni ’60 la nudità era considerata un tabù nell’immaginario americano comune; all’interno di questo quadro culturale, Wesselmann sosteneva che le pose erotiche delle donne nella serie Great American Nude fossero semplici studi e osservazioni di Claire, sua fidanzata e modella dei suoi dipinti. Per l’artista, l’erotismo era uno strumento per realizzare un nuovo tipo di estetica, senza ricorrere alla fisicità gestuale della precedente generazione di pittori. «Dal momento che non potevo più usare la pennellata espressionista astratta, ho dovuto trovare altri modi per rendere la composizione, l’immagine, aggressiva», sosteneva Wesselmann.
Smoker #9, 1973. $ 6,8 milioni
Al secondo posto di questa classifica si trova Smoker #9, battuto a $ 6,8 milioni nel corso della Post War and Contemporary Evening Sale del 13 maggio 2008 di Christie’s, a New York. Con l’aggiunta della mano è arrivata la complessità e il dinamismo, nonché una maggiore sensualità nella produzione artistica di Wesselmann. Il fumo afoso sale attraverso le dita e dalle labbra rosse lucide che ricordano un frame cinematografico o una pubblicità. Smoker #9 di Tom Wesselmann del 1973 è un esempio eccezionale della serie di tele sagomate dell’artista che si concentrava sulla bocca monumentale di una donna nell’atto di godersi una sigaretta. Sia la serie Smoker che il suo progenitore, i Mouth Painting, sono emersi dalla serie spartiacque dell’artista dei primi anni ’60, i Great American Nudes.
Smoker #17, 1975. $ 5,9 milioni
Smoker #17, con i suoi $ 5,9 milioni, è al terzo posto in questa classifica di top price. Realizzata nel 1975, l’opera viene venduta nel corso della Sotheby’s Contemporary Art Evening Sale del 15 maggio 2007, a New York. Come la precedente, anche questa è una delle famose tele sagomate. Oltre ad essere glamour a Hollywood, le sigarette erano in prima linea nelle pubblicità degli anni ’60 e ’70 e Wesselmann attingeva sempre dall’immaginario del suo ecosistema mediatico. Se vogliamo, la serie Smoker è quasi più “pittorica” dei Great American Nudes, dei Seascapes o dei Bedroom Paintings degli anni ’60. In opere come Smoker #17, i toni e le pennellate di Wesselmann ci danno un maggiore senso di realismo, effetto ottenuto grazie all’uso dell’olio che permette, su grande scala, rendering più fini e sfumature più complesse rispetto all’acrilico.