Tre ladri hanno trafugato 70 opere dalla Galería Puerta de Alcalá impossessandosi di tele per un valore di 600mila euro. Accade a Madrid la scorsa settimana, le dinamiche della vicenda sono le più prevedibili: i tre si sono introdotti nel locale adiacente alla galleria, un bar chiuso da oltre un anno, e hanno fatto un buco sulla parete confinante. Una volta all’interno hanno disattivato l’allarme e hanno preso tutti i quadri, anche le opere che erano ben nascoste, lasciando i proprietari completamente a bocca asciutta.
Un addetto alla sicurezza di un locale vicino sostiene di averli visti e di aver parlato con loro, secondo l’uomo i tre, con un accento che tradiva origini est europee, si sono intrattenuti per più di due ore sul luogo del delitto caricando materiale su un veicolo.
I proprietari hanno reso pubbliche le foto dei dipinti rubati per evitare che vengano venduti al mercato nero, tra le opere c’erano 14 dei 30 quadri di Chías Segarra, pittore sivigliano sul quale la galleria stava per inaugurare una mostra personale, così come le opere del valenciano Eustaquio Segrelles, nipote di José Segrelles, e di Juan Gonzalez Alacreu, pittore impressionista della Castiglia.
L’episodio si aggiunge ad altri due recenti furti, la testa di bronzo dello scultore Medardo Rosso del valore di 500mila euro, misteriosamente scomparsa e altrettanto misteriosamente ritrovata alla Gnam, e il piatto in argento da 85mila dollari realizzato da Picasso sottratto dallo stand della galleria di Leslie Smith di Amsterdam ad Art Miami. Opere che spariscono da gallerie, fiere e addirittura grandi musei. Tutto ciò induce a diverse riflessioni, prima fra tutte quella sul mercato nero. Chi si assume un rischio tanto grande, sicuramente sa di poterne trarre un guadagno adeguato, ciò significa che lo scenario del traffico illecito di opere d’arte è più vivo di quanto si possa immaginare. Quali strumenti possono essere introdotti per prevenire la vendita illegale di beni storici e artistici? Come fermare questo commercio dannoso per il mercato e il mondo dell’arte?
Certamente non è facile trovare risposta a queste domande perché il sistema è ben strutturato, si potrebbe cominciare agendo alla fonte, cioè inserendo delle misure che rendano il furto delle opere più difficile, almeno nelle importanti istituzioni museali. Ma se si pensa che qualcuno è riuscito a prelevare una scultura dalla Gnam, senza essere visto né ripreso da telecamere, si intuisce facilmente che la sicurezza delle opere nei musei non è una priorità, almeno in Italia.
Come dice Mastroianni ai suoi complici nel film I soliti ignoti, dopo il fallimento del colpo: “Rubare è un mestiere impegnativo, ci vuole gente seria, mica come voi! Voi, al massimo, potete andare a lavorare!” (Giulia Testa)