Era stata creata nel 2005, quando Banksy aveva staccato una pietra dalla barriera israeliana in Cisgiordania, l’aveva nascosta in Palestina e aveva promesso un certificato di autenticità a chi l’avesse ritrovata – fornendo come prova spike, spuntone, la parola segreta scritta sulla parte inferiore della roccia. A distanza di oltre 15 anni, il tenore italiano Vittorio Grigolo mette in vendita la versione NFT di quell’opera iconica, trasformando l’originale – in suo possesso – in un oggetto digitale, unico e inalterabile che fluttua nello spazio. Non poteva mancare, ovviamente, la personalizzazione finale: il viaggio extraterrestre di Spike, nel formato Non-Fungible Token, è accompagnato dalla voce del cantante italiano.
«Sono entusiasta di poter essere parte di questo progetto, aver contribuito alla rinascita di un’opera d’arte così straordinaria dandole una voce è stata un’esperienza fantastica. Ho fatto il mio ingresso per la prima volta nel metamondo dove mi trovo perfettamente a mio agio e dove prevedo ci sarà di sicuro il perfetto spazio per intraprendere progetti memorabili», ha dichiarato Grigolo. In pieno stile Banksy, tra l’altro, il 50% del ricavato dell’asta sarà destinato alla beneficenza – proprio come il trittico Mediterrean Sea View, i cui proventi ($2,8 milioni, Sotheby’s 2020) andarono a un ospedale di Betlemme o la più recente Game Changer ($18,8 milioni, Christie’s 2021), realizzata a sostegno del servizio sanitario.
La vendita, che avrà luogo il 22 luglio alle 22.22, inaugurerà le aste di Valuart, la piattaforma co-fondata da Vittorio Grigolo, Michele Fiscalini ed Etan Genini con l’intenzione di «reimmaginare alcune delle opere d’arte più famose mai create e dare ai collezionisti di oggi la possibilità di acquisire un pezzo di storia creativa». Qualcosa di simile a quanto accaduto con il Tondo Doni digitale messo in vendita dagli Uffizi per 70.000 euro insomma (ve ne parlavamo qui), ma in una versione più fantasiosa che include movimenti, racconti, suoni.
Ed ecco, puntuali, le domande che sorgono a riguardo di un universo – o, meglio, metaverso – in continua evoluzione. A chi spettano i diritti degli NFT? Vittorio Grigolo, attuale proprietario dell’opera in real life – detiene il diritto di sfruttamento economico e i diritti derivati di Spike? Queste le parole dell’avvocato Jeff Gluck, esperto di proprietà intellettuale, che ha rilasciato una dichiarazione a Hypebeast: «Se Banksy non ha dato il suo permesso per questo NFT», spiega, «allora l’operazione potrebbe non essere autorizzata e illegittima. I diritti per creare un NFT di un’opera d’arte sono detenuti dal creatore, il detentore del copyright, non dalla persona che possiede l’opera d’arte. Se acquisti un dipinto e lo metti sul muro, non hai i diritti per venderne un NFT. Sembra anche discutibile che il nome di Banksy venga utilizzato per promuovere questa asta».
Chissà allora se il writer misterioso apprezzerà l’iniziativa di Grigolo o se assisteremo a un nuovo atto delle ormai consuete battaglie legali – stavolta, in chiave NFT.
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