Inaugura oggi Banksy, l’asta di Sotheby’s che punta i riflettori sul personaggio più chiacchierato dell’arte. Non che ci fosse bisogno di rievocarlo, in effetti: il suo nome è sempre nell’aria, anche se, ultimamente, sembra che qualcuno abbia sbagliato al gioco del telefono e Massive Attack sia arrivato storpiato a destinazione (Neil Buchanan, di Art Attack, vi dice niente?). Ma poco importa, l’unica certezza è che le quotazioni di Banksy continuano a crescere a dismisura, nonostante la sua lotta alla mercificazione dell’arte. E così Sotheby’s rinnova un appuntamento già rodato: la vendita delle opere dello street artist, disponibile online fino al 18 settembre.
In un’escalation di 27 lotti, l’incanto sviscera tutte le ossessioni dell’artista, dall’opposizione alla guerra al tema dei migranti, dal razzismo al maltrattamento degli animali. Le iconiche fotografie Raising the flag on Iwo Jima di Joe Rosenthal e Tank Man di Jeff Widener, ad esempio, vengono manipolate da Banksy ed evidenziano l’ottusa brutalità del conflitto. C’è poi un’inquietantissima Toxic Mary (stima: 15.000-20.000 GBP) che nutre il figlio con una sostanza avvelenata, seguita da Bomb Love (stima: 10.000-15.000 GBP), in cui una donna abbraccia teneramente un esplosivo. E, ancora, i bambini di Jack and Jill (stima: 8.000-12.000GBP), che appaiono spensierati, felici, finché un secondo sguardo non tradisce la presenza di giubbotti antiproiettile. Girl with Balloon (stima: 80.000-120.000 GBP), forse l’opera più famosa di Banksy, riassume infine tutto questo in un’immagine: una giovane vita che è emblema di speranza, di un’innocenza che, oggi, si può scorgere soltanto nei bambini.
«Mi piace pensare di avere il coraggio di alzarmi in piedi in modo anonimo, in una democrazia occidentale, e chiedere cose in cui nessun altro crede, come la pace, la giustizia e la libertà». Banksy insegue, disincantato, l’ideale di un mondo meno corrotto, meno eroso da ipocrisia e da violenza. E se per il critico Francesco Bonami lo stile di Banksy non ha nulla di innovativo, di certo il suo messaggio arriva sempre forte e chiaro. In Napalm (stima: 4000-6000 GBP), in particolare, l’artista riflette sul rapporto controverso tra le grandi aziende e la guerra, mentre in Sale ends (stima: 18.000-22.000 GBP) e Very Little Helps (stima: 20.000-30.000 GBP) critica il consumismo dilagante, che innalza le cose materiali a entità da venerare. Insomma, l’asta di Sotheby’s non si fa mancare niente, inclusi gli iconici topi, omaggio al pioniere dello stencil Blek Le Rat.
In attesa dei risultati finali, diamo uno sguardo alle aggiudicazioni dell’ultimo, travagliato semestre. Banksy supera tutte le stime con Mediterranean Sea View (2017), l’opera battuta da Sotheby’s il 28 luglio per 2.040.977 euro e donata dallo stesso artista per finanziare l’ospedale di Betlemme. Nello stesso mese, Radar Rat (2003) è venduto, ancora da Sotheby’s, per 502.150 euro, mentre il tetto del milione è varcato da Phillips con Monkey Poison (2004), che raggiunge 1.469.688 euro. Siamo a febbraio con i 445.687 euro per Toxic Mary (2003), da Christie’s, anticipata dal successo di Vote To Love (2018), 1.126.377 euro da Sotheby’s. Attualmente, il record di Banksy in asta è detenuto da Devolved Parliament (2009), che nell’ottobre del 2019 è stato aggiudicato per 9.579.627 euro in un’asta di Sotheby’s (11.134.344 euro, includendo le spese). Appuntamento fino al 18 settembre, allora. E chissà che nel frattempo qualche opera non sia fatta a pezzi, come è già accaduto in passato.
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