A sign of the times, così Artprice definisce la performance di Banksy nel suo report semestrale (qui). E non senza una ragione, vista l’avanzata straordinaria sul mercato degli ultimi 5 anni: $7 milioni di fatturato d’asta globale nel 2017, $16 milioni nel 2018, $29 milioni nel 2019, $67 milioni nel 2020 – fino a un exploit di $123 milioni registrati nel primo semestre 2021. «Non posso credere che siate così scemi da comprare questa robaccia», era la risposta del writer quando, nel 2007, la sua Bombing Middle England veniva acquistata per 102.000 sterline; e immaginiamo un commento simile mentre, nel 2018, pregustava l’autodistruzione di Girl with Balloon nel bel mezzo di un’asta di Sotheby’s (oltre 1 milione lacerato in pochi istanti). Di seguito le sue aggiudicazioni principali.
Un record d’asta fresco d’annata, stabilito da Christie’s Londra lo scorso 23 marzo. Game Changer rappresenta un bambino in bianco e nero che, in tempo di pandemia, abbandona in un cestino Spider-Man e Batman per sostituirli con una supereroina a mo’ di infermiera. Era stato esposto all’ospedale di Southampton in pieno lockdown, già nel maggio 2020, e poi messo in vendita su desiderio dell’artista per devolvere i proventi al servizio sanitario. La stima degli esperti, prima dell’incanto, era di “appena” £2.5-3.5 milioni ($3.5 – 4.9 milioni)
Ancora un’aggiudicazione recente. L’iconico lavoro – scelto come cover del libro Wall and Piece – è stato battuto a maggio da Sotheby’s New York, dopo una bidding battle di 14 minuti. Il soggetto è uno dei più conosciuti di Banksy: un ragazzo scaglia un mazzo di fiori, con un gesto che rievoca a tinte bianche e nere il lancio di pietre durante i conflitti.
Una riproduzione monumentale della Camera dei Comuni – 4 x 2,5 metri! – popolata non da parlamentari, ma da ordinatissimi scimpanzé. È questa la tela che nel 2019 ha strappato un nuovo record da Sotheby’s Londra, polverizzando in meno di 15 minuti la valutazione di £1.5-2 milioni ($1.9 –2.5 milioni). «Prezzo record per un dipinto di Banksy», commentava quella sera il suo autore tramite un post su Instagram. «Peccato che non lo possiedo ancora».
Realizzato nel 2005, il dipinto appartiene alla serie dei Crude Oils e reinterpreta il capolavoro di Monet con una sfacciata irriverenza, intervallando carrelli della spesa e coni stradali alla poesia delle ninfee. «Banksy punta i riflettori su una società che disprezza l’ambiente, a favore degli eccessi e degli sprechi consumistici», ha dichiarato prima della vendita Alex Branczik, European Head of Contemporary Art di Sotheby’s. Show me the Monet è stata aggiudicata nel corso di un’asta in diretta da Londra, dopo 8 minuti di rilanci.
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