È iniziata la Biennale dell’Antiquariato. Che significa: ci sono i mercanti d’arte antica più importanti al mondo – o almeno quasi tutti, per un totale di 80 gallerie – radunati fino al 6 ottobre sotto il cielo azzurro di Firenze. Quelli che vendono capolavori ai musei in giro per il globo, dagli Uffizi al Metropolitan Museum al Louvre, e ogni due anni si ritrovano a Palazzo Corsini, sull’Arno, per fare il punto sui vecchi maestri internazionali. «Sono loro il vero motore che, grazie alle loro opere, rendono questa mostra veramente speciale», dichiara all’apertura Fabrizio Moretti, Segretario Generale.
Pochi passi dal portone d’ingresso, comincia il tour, tutto è in mostra e tutto è in vendita alla 33esima edizione della Biaf. A sinistra subito Carlo Orsi a dare il benvenuto, c’è uno straordinario cesto d’uva, prugne e pere di Fede Galizia tra gli highlights dello stand. Asking price: € 700.000. In ottima compagnia con una Madonna con il Bambino e Santa Maria Maddalena di Tiziano (con un intervento di Girolamo Dente) che è «qualitativamente superiore alle versioni conservate in alcuni dei musei più prestigiosi al mondo, come l’Ermitage, le Gallerie degli Uffizi e il Museo di Capodimonte», rivelano senza giri di parole dalla galleria. A proposito di qualità museale: a qualche metro di distanza, nel booth di Dickinson, è esposto il primissimo disegno di Michelangelo, lo Studio di Giove – Sir Timothy Cliffor lo data intorno al 1487, proprio l’anno d’ingresso nella bottega del Ghirlandaio. Biaf è anche questo: è scoperta, riscoperta, confronto, opportunità di studio. Quando il suo ultimo proprietario acquistava il disegno all’asta, più di trent’anni fa, passava inosservato come «lavoro di un anonimo rinascimentale». Poi il giudizio degli esperti, un dibattito lungo decenni, una grande mostra al Museo di Belle Arti di Budapest nel 2019, The Triumph of the Body. Oggi, a Firenze, torna in vendita per € 2 milioni.
«L’affluenza è incredibile», rivela a exibart Tiziana Sassoli di Fondantico, con una nota speciale per i «giovani collezionisti da Milano, Bologna, Roma», ma anche tanti collectors stranieri, tra americani, francesi e inglesi. Le vendite? Elisabetta Sirani è stata subito assegnata e così anche due ceramiche di Melandri. Non passa inosservato un bellissimo, piccolo, Ubaldo Gandolfi in esposizione, un Busto di bimbo da € 100.000, c’è una coppia di collezionisti che lo ammira a lungo, mano nella mano. «Ci ragioniamo su». Ottimi riscontri anche dallo stand color corallo di Antonacci Lapiccirella Fine Art, con quel raro pastello divisionista di Umberto Boccioni che tanto deve alla lezione di Munch (asking price intorno a € 600.000). «In questi primi giorni di mostra c’è stata un’ottima affluenza di pubblico, sia in termini di quantità che di qualità» conferma la gallerista Francesca Antonacci. Venduti, tra gli altri, una Scena di Caccia di Nicola Palizzi (range € 150.000-200.000), un rarissimo dipinto di Simon Denis, raffigurante l’Eruzione del Vesuvio nel 1804, e un raffinato disegno di Vincenzo Gemito, Volti di Fanciulla, datato 1920. «Ma diverse opere sono ancora in trattativa».
Pit-stop obbligato da Canesso, con la Madonna col Bambino del Bronzino che già nel lontano 1961 veniva esposta alla Biaf, ma attribuita allora al Pontormo (richiesta oggi: € 2,5 milioni). Al primo piano nobile, Moretti Fine Art partecipa con un unico estatico capolavoro di Carlo Dolci – labbra fragoline, lacrime come perle, capelli d’oro – asking price € 290.000. Mentre la debuttante Flavio Gianassi, dalla sua sede londinese, propone a Firenze quattro teste urlanti di Gian Lorenzo Bernini (realizzate «da Bernini per Bernini», specifica a exibart il gallerista). Erano le – eccentriche – decorazioni della sua carrozza personale, sono state custodite fino ad oggi dagli eredi dell’artista e vantano importanti esposizioni in giro per l’Europa, dal Rijksmuseum di Amsterdam (1962 e 2019) al Victoria and Albert Museum di Londra (1962), da Palazzo Strozzi (1962) fino al Kunsthistorisches Museum di Vienna (2019). La richiesta, all’edizione 2024 della Biaf: € 1,6 milioni.
Iniziano a spargersi, già nel primo weekend d’apertura, i classici bollini rossi («venduto!») – ma non è grande usanza nelle fiere d’arte antica italiane. «Sono in trattativa per due bellissimi capolavori», confida a exibart Marco Longari di Longari Arte Milano. «Ancora non posso esprimermi, ma confido sarà un successo». Così Pietro Cantore, che da più di due decenni dirige la Cantore Galleria Antiquaria ed è Vicepresidente dell’Associazione Antiquari d’Italia, condivide a caldo la vendita del Sogno di Giacobbe di Michele Desubleo, per un prezzo intorno ai € 200.000. «Posso dire che l’antico è in ripresa», afferma. «Vedo tanta energia e tanta voglia di imparare e di possedere oggetti d’arte».
Pezzi forti della fiera a zig-zag. Un pittore lombardo arcimboldesco da Galleria Gomiero, con quell’Erode formato dalle inconfondibili “teste combinate” (asking price € 60.000). Poco più avanti, da Altomani & Sons, un Paesaggio con amorini in gioco di Guido Reni appartenuto a Odoardo Farnese – fun fact: serviva a nascondere il ritratto dell’amante del cardinale, «una dama chiamata la Serlupi con un collarone grande di velo a frappa con pennacchio in testa, ventaglio in mano, la coperta di Guido Reni» (1653, Roma, Palazzo Farnese, inv. 4270). Maestoso, da Salamon, il dipinto settecentesco Portaroli che giocano a certe sulle ceste di vimini di Giacomo Ceruti, due giovani che incontrarono lo sguardo del pubblico l’ultima volta a Milano, nel lontano 1953 (asking price € 1,1 milioni). Da Robilant+Voena c’è un Antonello da Saliba datato fine Quattrocento (asking price € 100.000-200.000), da Maurizio Nobile un Ritratto di Filippo e Costanza De Marinis come Amore e Psiche realizzato nel 1790 da Domenico Pellegrini. E chiude in bellezza un’incursione equilibrata di moderno («Il moderno da fuoriserie che ormai va a braccetto con l’antico», come lo definisce a exibart Sonia Farsetti, che alla Biaf 2024 porta, tra gli altri, un De Chirico e un Savinio milionari). Senza dimenticare – per mettere tutti d’accordo – anche i giganti del design, come quella lampada Caleidoscopio di Gabriella Crespi esposta nel maxi stand di Robertaebasta («Per me un grande piacere», rivela, «l’interesse che si è formato su questa meravigliosa artista»). L’appuntamento con l’arte antica è a Palazzo Corsini, a Firenze. Fino a domenica 6 ottobre.
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