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Si è aperta oggi al pubblico la 33ma edizione di Art Brussels, con un giorno di ritardo rispetto al solito, a causa della concomitanza con una fiera del pesce nella stessa sede, che avrebbe disturbato il facoltoso pubblico della preview delle fiere.
Katerina Gregos direttrice della fiera racconta il programma di questa edizione, che vede protagoniste 191 gallerie provenienti da 33 paesi, soffermandosi sul motivo che l’ha spinta a modificare il programma di quest’anno, sostituendo ai talk classici un corner dedicato alla mica d’artista. ‹‹Il programma artistico è quello che permette ad un fiera di innovarsi e differenziarsi dalle altre. Le fiere sono una forza enorme in termini di pubblico e per questa ragione sono una piattaforma ideale per artisti emergenti e sperimentali. Proprio nei dettagli del suo programma Art Brussels rivela la sua identità di luogo in cui sorprendersi con eventi non usuali e avventurosi››.
Entusiasmi a parte, è vero che la fiera di Brussels, e le gallerie della città sono un luogo dove gran parte della scena contemporanea si sta rifugiando, e dove i collezionisti più attenti vanno in cerca dell’artista più trendy, potenziale futuro blue chip artist, ma i cui prezzi non sono oggetto di speculazione.
Dopo 17 anni la fiera cambierà location nella prossima edizione, per spostarsi verso il centro della città, un altro segnale della crescente importanza che il governo della città e le istituzioni hanno individuato nel mercato dell’arte contemporanea, che oltre a produrre ricchezza per gallerie e collezionisti, potrebbe portare anche un maggiore indotto alla città. (Roberta Pucci)