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La storia è questa: tra il 1946 e il 1959, Alexander Calder dà vita a 11 dei suoi mobili Snow Flurry, quelle raffiche di neve che – negli anni a venire – verranno acquisite da istituzioni come il Museum of Contemporary Art di Chicago, il Museu de Arte Contemporânea da Universidade de São Paulo, il MoMA di New York. Una “cascata di dischi bianchi” come la nevicata vissuta dall’artista nella sua casa a Roxbury, nel Connecticut. Un trionfo dell’equilibrio, una poesia cinetica materiale. Fluttuante, danzante, leggera. Da lì, l’idea: nel 1961 il suo amico Peter Bellew gli richiede proprio una di quelle poeticissime sculture, con 50 elementi sospesi per celebrare il compleanno della moglie – 50, come gli anni di lei. Sono solo 39, però, in quel momento, i dischi bianchi disponibili, e Calder ha subito la soluzione: cambia il nome di un’opera preesistente, diventa 39=50 (1959). Vale a dire il lotto che da Phillips New York, il prossimo 18 maggio, verrà offerto con una stima di $ 10,5-14,5 milioni.
«Parte del fascino duraturo di Alexander Calder è l’attualità e la freschezza delle sue opere, anche decenni dopo la loro creazione, e questo è proprio il caso di 39=50», commenta Robert Manley, Deputy Chairman e Worldwide Co-Head of 20th Century & Contemporary Art. «Si tratta di un’opera storicamente importante che è direttamente collegata e fa parte di una delle serie più ricercate dell’artista, e annovera sia una storia di proprietà che di esposizione illustre». Qualche nome? La collezione di François Pinault, per dirne una, a cui 39=50 è appartenuta per oltre un decennio. Ma anche la storica retrospettiva di Calder al Guggenheim di New York, nel 1964, e così anche il Milwaukee Art Center del Wisconsin e il Musée National d’Art Moderne di Parigi.
«La capacità di Calder di catturare armonia e tensione, qui racchiuse nel semplice bianco, è incredibilmente contemporanea», prosegue Manley. «È una combinazione che sicuramente piacerà sia ai collezionisti affermati che a quelli nuovi». Nel 2012, l’esemplare di proprietà di Eliot Noyes, datato 1950, è passato da Christie’s per $ 10,4 milioni – il prezzo più alto, allora, mai raggiunto per un mobile, e attualmente tra i primi 10 traguardi d’asta dell’artista. Il record assoluto per Calder? $ 25,9 milioni (spese incluse) per Poisson volant del 1957, battuto ancora da Christie’s, nel 2014, nel corso della Post-War and Contemporary Art. A quel tempo, a New York, partiva da una stima di $ 9 milioni. Stay tuned per una nuova raffica di bid.