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Sanyu amava la Parigi bohémien. Non tornò in Cina, non fece fortuna in Francia. Rimase per sempre nell’ombra, quasi intrappolato nelle sue stesse linee scure – quei geometrismi erotici mai uguali, tutti abbozzati, spesso non finiti, sparpagliati come tracce sulle tovagliette dei caffè. Eppure. Morì solo e povero, Sanyu, ucciso da una fuga di gas. In vita aveva studiato all’Académie de la Grande Chaumière, esposto al Salon des Tuileries, corpi nudi vasi di fiori animali in posa saturi di colore ripetuti come in serie. In pochi lo notarono, come il mercante d’arte Henri-Pierre Roché (ma lui li respinse sempre, i mercanti), o il fotografo e amico Robert Frank. Eppure. Eppure qualcosa si è mosso, tra le fila del mercato globale. Nel 1978 la prima grande retrospettiva del Museo di Storia Nazionale di Taiwan, nel 1992 Sotheby’s vendeva uno dei suoi dipinti per tre volte la stima iniziale, nel 2005 un’ampia mostra al Guimet Museum di Parigi, nel 2019 Christie’s fissava il suo record assoluto, cinque nudi da $ 38,9 milioni – la stessa opera passava nel 2011 per $ 16,5 milioni. A proposito di rivalutazioni. Poi a ruota: nel 2020, Quatre nus volano a $ 33,3 milioni da Sotheby’s, una brocca di pesci rossi tocca quota $ 22 milioni dalla competitor Christie’s, nel novembre 2023 Femme nue sur un tapis chiude a $ 24 milioni. Adesso – lo sguardo è già fisso sull’autunno – Phillips annuncia un capolavoro del «Matisse orientale» alla guida della Modern & Contemporary Art Evening Sale di Hong Kong. Due indizi: proviene dalla collezione del Dr. Eric Edwards, che la acquistò a sua volta dal mercante parigino Jean-Claude Riedel; e capita in concomitanza con la pubblicazione fondamentale a opera di Rita Wong, che aggiorna la biografia e il catalogo del pittore franco-cinese. La stima? Intorno ai HK$ 70 milioni (circa $ 8 milioni).
Si intitola Reclining nude, with Raised Knee II, Sanyu lo realizzò tra gli anni ’50 e ‘60. Quelli in cui si allontanava dal rosa tenue – dal “periodo rosa”, un’altra assonanza con le superstar del mercato – per abbracciare uno stile nuovo, insieme audace e tradizionale. C’è tutto: il paesaggio cinese, l’odalisca, la calligrafia, lo sfondo bianco lattiginoso, in uno sguardo ovest ed est. Le «cosce dell’universo», le ha chiamate il poeta Xu Zhimo. Gli occhi, tratteggi scuri che ammaliano, senza guardare. La linea spessa che crea il corpo, che evoca senza dire. Seduce, essenziale. Ricorda quel Nu del 1965 che da Sotheby’s Hong Kong, nel 2019, passava di mano per $ 25,2 milioni – anch’esso transitato per la collezione del mercante Jean-Claude Riedel. Come tanti capolavori di Sanyu, in effetti: Riedel li acquistò tutti insieme all’asta, quando la sorella del defunto Henri-Pierre Roché li mise in vendita, nel lontano 1966.
«Ho incontrato per la prima volta l’opera di Sanyu nel 1977 nella galleria di Jean-Claude Riedel», racconta adesso Eric Edwards, l’ultimo proprietario del capolavoro di Phillips. «Rimasi sbalordito dai pezzi che vidi, da alcuni artisti che esponeva. Gli ultimi quattro decenni in cui ho posseduto i dipinti di Sanyu sono stati un immenso piacere e ho sempre considerato quest’opera in particolare, opera che ho conservato fino ad ora, come uno dei pezzi più memorabili della mia collezione. Spero quindi che Reclining nude, with Raised Knee II continui il suo grande viaggio e venga trasmessa a un altro ammiratore dell’artista».
Ha prodotto circa trecento dipinti Sanyu, qualche centinaio di acquerelli, migliaia di schizzi tra tovagliette e caffè. «Portava ovunque con sé un quaderno bianco e le matite», ha scritto Wang Jigang. «Gli piaceva osservare uomini e donne ai tavoli vicini e subito iniziava a disegnare se qualcuno si faceva notare». Non tornò in Cina, nemmeno quando il fratello maggiore (Chang Junmin, «il milionario di Nanchong») morì – e con lui il sussidio, costante, ingente, essenziale per la sua vita da bohémien. E intanto disegnava, dipingeva, «cosce dell’universo» immerse nel niente, scrittura algida di corpi, trascrizione meccanica del pensiero. La risposta del mercato: lenta, ovviamente post mortem. È stato il 2020 l’annus mirabilis di Sanyu, in piena pandemia, con un turnover di $ 142,4 milioni e il quarto posto nella classifica globale di Artprice. Il 2023 si è chiuso con $ 27 milioni e il 97% delle vendite entro i confini di Hong Kong. Adesso, da Phillips, l’ultimo capitolo di quei nudi universali.