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Il 26 novembre, la casa d’aste francese Ader, in associazione con Cabinet Turquin, propone il dipinto Vénus Épiée par Deux Satyres (Venere spiata da due satiri) di Nicolas Poussin – dalla stima compresa tra € 800.000 e € 1 milione – battuto all’Hôtel Drouot di Parigi. Una tela particolarmente discussa dagli storici dell’arte per la sua storia. La posizione sdraiata, il corpo leggermente inarcato, gli occhi chiusi, il braccio abbandonato, la pelle rosea e tenue della dea e le espressioni rozze e lussuriose dei satiri: la Venere è in balìa allo sguardo voyeuristico dei due uomini appostati nell’ombra, dietro a un albero. A partire dal XVIII secolo, la dimensione erotica e la violenza di fondo di questa scena erano troppo evidenti perché il dipinto potesse essere attribuito a Nicolas Poussin. La realtà è che l’artista, principalmente conosciuto per il suo rigore classico e di stampo accademico, fu anche autore di nudi sensuali e di opere di carattere innegabilmente erotico. Ciò ovviamente non cancella la sua sincera adesione alle fonti classiche e una sentita celebrazione della poesia, dell’amore e dell’antico come fonti inestinguibili di ispirazione.
È una vendita unica quella che propone Ader, poiché le opere di Poussin appaiono raramente sul mercato. Inoltre, la storia del dipinto è di quelle che attirano l’attenzione: fu documentato per la prima volta dallo storico dell’arte Tancred Borenius nel 1933, quando faceva parte della stimata collezione del grande chef de peinture del Louvre, Paul Jamot. Dopo essere stato venduto nel 1943, è rimasto in mani private e si sapeva della sua esistenza solo tramite una fotografia in bianco e nero. Questa limitata visibilità indusse l’influente studioso e spia sovietica Anthony Blunt, durante la Guerra Fredda, a rifiutare l’opera negli anni ’60. Jacques Thuillier, un altro storico dell’arte specializzato in pittura, ipotizzò in seguito che la tela potesse essere di Poussin. Nel 2017, dopo meticolosi restauri l’opera fu ufficialmente attribuita al maestro da Nicolas Milovanovic e Mickaël Szanto.
Il 2023 è l’anno in cui fece il suo gran debutto nella mostra Poussin et l’Amour al Musée des Beaux-Arts di Lione, affiancato ad altre due Veneri simili provenienti dalla Kunsthaus di Zurigo e dalla National Gallery di Londra. Tutte e tre le opere, risalenti al 1625-1626, portano in scena temi mitologici e immagini sensuali sotto la probabile influenza che Tiziano e Carracci ebbero nel primo periodo del pittore. Ora non resta che il risultato finale all’asta, stavolta sotto il nome di Poussin.