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C’è un raro nudo di Schiele all’asta da Bolaffi
Mercato
C’è un lotto d’eccezione sul catalogo della casa d’aste Bolaffi. È un Nudo sdraiato (1910) ad opera di Egon Schiele – anonimo, brutalmente amputato, quasi condannato a fluttuare per sempre nel vuoto, senza identità né direzione. La stima? Su richiesta, senz’altro milionaria. Solo per rendere l’idea: una gouache su carta di soggetto simile, 30×46 cm, del 1917, raggiungeva nel 2006 quota $ 11,2 milioni da Christie’s. In questi stessi giorni di novembre, ma tra i grattacieli di Manhattan, sei lavori su carta dell’artista saranno offerti con una valutazione totale di $ 8,5 milioni. Dentro i confini italiani, di certo, un’opera di simile caratura non si incrociava da tempo. Un nudo emblematico di Schiele, di quelli riconoscibili al primo sguardo, dove il tratto nervoso, irregolare, riflette il turbamento dell’anima – al tempo stesso intimo, solitario, universale. È in ottima compagnia, sul catalogo di Bolaffi, di altri nomi di risonanza internazionale, da Miró a Warhol a Otto Dix, fino agli italiani Boetti, Schifano e De Pisis. Andranno tutti all’asta il 7 e l’8 novembre, e prima ancora saranno esposti in Via Cavour numero 17, in concomitanza della Torino Art Week. Ne abbiamo parlato con Filippo Lotti, Direttore Generale della maison.
Intervista con Filippo Lotti, Direttore Generale di Aste Bolaffi
Partirei dal top lot della selezione, un nudo di Schiele con una discendenza ben tracciata. Qual è la sua storia?
«L’opera è rimasta nelle mani della famiglia del primo collezionista fino al 1939 e venduta una volta trasferitasi a Londra per sfuggire alle persecuzioni tedesche dovute all’Anschluss. La nostra gouache riappare sul mercato all’inizio degli anni ’70 e viene acquisita dalla famiglia dell’attuale proprietario nel 1974».
Un’opera quanto mai contemporanea, tra l’altro, emblematica non solo del disagio personale, ma anche e soprattutto epocale, che l’artista viveva nel lontano 1910…
«Si tratta in effetti di un’immagine emblematica della poetica dell’artista e delle tensioni sociali della sua epoca ma anche, in senso più generale, della problematicità e tragicità della condizione umana. Nulla di più attuale, in questi tempi che noi stessi stiamo vivendo…».
Nudo sdraiato rappresenta un’ottima occasione per possedere un’opera di un grande nome a un prezzo relativamente più contenuto, dettato dal medium della carta. Che tipo di collezionista si approccerà a un lotto simile?
«Questa gouache di Schiele viene proposta a un pubblico internazionale. Il fatto che si tratti di un’opera su carta non impedirà la partecipazione di grandi collezionisti e mercanti provenienti da tutto il mondo – già prima di aprire l’esposizione abbiamo ricevuto un notevole interesse».
In generale, qual è la salute del mercato dell’arte del Novecento in Italia, al momento – anche in relazione alla fase di “correzione” internazionale, di stime e aggiudicazioni più parche di questo 2023?
«Come sempre, la salute del mercato viene misurata dalla qualità delle opere che vengono proposte. Ogni qualvolta appare qualcosa di eccezionale, per qualità provenienza e conservazione, il mercato internazionale reagisce positivamente».
Sono sempre più in voga i tour pre-incanto, veri e propri viaggi nelle piazze dell’art market, con l’obiettivo di promuovere in giro per il mondo i lotti più significativi. Quale strategia avete adottato, da Bolaffi, per comunicare un lotto così internazionale?
«Bolaffi ormai da tempo usufruisce di canali di comunicazione digitale efficienti e mirati, in questo caso abbiamo solo spinto un po’ di più sul piano della stampa specializzata internazionale, peraltro con eccellenti risultati in termini di risposta del pubblico».
Schiele non è il solo nome importante in “versione cartacea”, sul catalogo di novembre…
«È vero, sul nostro catalogo viene presentata un’offerta di artisti che raramente è apparsa sul mercato italiano (e non solo italiano). Klee, Klimt, Picasso, Magritte, per non citare che alcuni dei grandi che abbiamo il piacere e l’onore di offrire in questa occasione».
Un lotto che consigliereste a un giovane collezionista, per iniziare la sua collezione – magari proprio a partire dalle opere su carta?
«La scelta è ampia e consiglierei semplicemente di farsi guidare dal proprio gusto e dalla propria sensibilità. È vero che, trattandosi di opere su carta, è un’occasione quasi unica per acquisire oggetti creati da grandi artisti a valori relativamente accessibili».
Un’opera per cui avete già constatato un certo interesse, invece, ben prima dell’inizio dell’incanto?
«Oltre alla straordinaria raccolta di opere su carta, i sei arazzetti di Boetti stanno scaldando i cuori di molti!»